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PIANO DEL PARCO
Di Mambro interviene dopo il “no” della Comunità

SAN FELICE CIRCEO – In attesa di un esame più dettagliato e collegiale anche da parte del Dipartimento Ambiente Nazionale del Partito Democratico, ritengo opportuno evidenziare alcune prime riflessioni dopo la delibera della “Comunità del Parco” ( composta dai Sindaci dei comuni costieri e dall’ Amministrazione Provinciale di Latina ), che ha assunto una posizione critica verso il Piano del Parco Nazionale.

Come avevamo già dichiarato il mese scorso nell’aula consiliare di Sabaudia in occasione della partecipata Conferenza Provinciale del PD sul Piano del Parco, il Partito Democratico sarebbe stato al fianco dell’ Ente Parco e del suo Presidente Gaetano Benedetto ove si fossero registrati episodi di ostruzionismo alla procedura di adozione.

Il Piano elaborato dal Presidente Gaetano Benedetto e dal Consiglio Direttivo dell’ Ente Parco, con consulenze altamente qualificate sotto il profilo scientifico e giuridico e con sinergie con Istituti Universitari e di Ricerca al massimo livello, è un documento di raro pregio sia per l’analisi dell’esistente, sia per gli obiettivi finalizzati ad uno sviluppo anche occupazionale ‘compatibile’ con l’ambiente e le realtà urbanizzate esistenti nel comprensorio.

Al documento – oltre che qualitativamente, anche quantitativamente importante ed analitico – si è contrapposto un “no” secco di Cusani, e dalla successiva nota dell’assessore provinciale Fabio Martellucci che ne ha stemperato solo un po’ i contenuti presentandolo come un “no collaborativo”.

Politicamente -ad oggi- le posizioni restano distanti, perché la Provincia ed alcuni altri Enti locali quali i Comuni di Sabaudia e di San Felice Circeo hanno innescato una strategia dilatoria e di sostanziale ostruzionismo, che chiediamo di rivedere e ‘ripensare’ nell’interesse dei cittadini, dell’imprenditoria sostenibile e della tutela del territorio, e non solo di quello incluso nel Parco Nazionale.

Ciò che appare argomento assai debole della Provincia è proprio la contestazione circa le procedure di approvazione del Piano, che invece sono state ampiamente rispettate, anzi applicate estensivamente per garantire maggiore partecipazione e confronto, anche ove non previsto da norme e regolamenti.

Sollevare questioni procedurali appare come un tentativo di delegittimazione, un arrampicarsi sugli specchi per nascondere l’ “ostilità sostanziale” che speriamo venga meno e si traduca – come dice di voler fare l’assessore Martellucci – in una vera collaborazione.

Vi è già la disponibilità dell’ Ente Parco -dichiarata pubblicamente già da dicembre 2011 dal Presidente Benedetto- di recepire alcune delle ‘osservazioni’ presentate. Ciò significa che vi è un approccio “laico” e dialogante dell Ente Parco, al quale si è purtroppo contrapposto un documento di netta chiusura dettato dal Presidente Cusani ( Deliberazione n. 1 del 27 gennaio 2012 della cosiddetta “Comunità del Parco”, che in realtà è l’organo dei sindaci del Centrodestra ) dal quale non emerge un reale interesse verso i principi di tutela ambientale e di sviluppo sostenibile.

Altre “osservazioni” al Piano potranno eventualmente essere recepite, purché si ponga fine ad una pratica di ostruzionismo che ha come deplorevole obiettivo quello di dilatare i tempi di adozione, di frapporre ostacoli, insomma di frenare lo sviluppo dell’economia sostenibile, della “Green Economy” che è tra i principali settori in espansione e il vero volano per creare posti di lavoro, a fronte di tradizionali settori industriali che vanno difesi ma che sono da tempo in forte crisi per carenza di competitività conseguenza anzitutto dei gap infrastrutturali.

L’ adozione del Piano spetta comunque alla Regione Lazio, con una serie di altri passaggi burocratici che sono forse eccessivi ma vanno rispettati, anche se nel caso in esame sono più complessi e farraginosi di quelli superati in poche settimane dal Governo Monti con le manovre finanziarie…

Il nostro auspicio è che la Provincia abbassi i toni dello scontro, e non giochi in modo sleale tentando di delegittimare il Piano del Parco e l’ Ente che lo ha approvato dopo un pregevole ed impegnativo lavoro.

Se si verificasse questo ripensamento, l’ Amministrazione Provinciale e i Comuni costieri del comprensorio – Sabaudia, Latina, San Felice Circeo – riacquisterebbero un ruolo pienamente “istituzionale” e meno politico, e mostrerebbero un reale interesse per il rilancio dell’occupazione sul territorio provinciale.

 

Riceviamo e pubblichiamo

da Luigi Di Mambro

Respons. Provinciale Ambiente del P.D.

 

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