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ABBATTIMENTI A QUARTO CALDO
Si chiude una vicenda durata quartant’anni

Il Presidente Gaetano Benedetto

SAN FELICE CIRCEO – Con l’avvio dell’abbattimento degli “scheletri” abusivi sul Promontorio del Circeo di conclude una vicenda emblematica durata quasi quarantenni.

“Finalmente il Circeo si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio” ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. “Ringrazio il Sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e il Commissario del Parco Nazionale, Gaetano Benedetto, per questa iniziativa che non è solamente simbolica” prosegue il Ministro ed aggiunge: “proprio in questi giorni ho lavorato per contrastare il fenomeno dell’abusivismo e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell’amministrazione pubblica, dove l’opacità, l’inefficienza e la discrezionalità sono fonte di malaffare.” Infine il Ministro sottolinea che “La demolizione degli edifici in una zona preziosa e assediata da rischi di corruzione e malavita è stata consentita tra l’altro dal fondo del Ministero dell’Ambiente contro l’abusivismo. Sono risorse che vorrei fossero usate più spesso. a beneficio di tutti, dell’ambiente e dei cittadini.”.

La vicenda inizia con una licenza edilizia del 1973 sulla base della quale si iniziò un’edificazione che andava ben oltre quanto assentito. Seguiva un complesso iter giudiziario ed amministrativo durato decenni che tentava di salvare i rustici realizzati e di completare la lottizzazione avviata.

Dopo un primo abbattimento eseguito nel 2000, l’intervento di oggi rimuove 10 ville composte da 16 unità abitative per un volume complessivo di circe 10.000 metri cubi per oltre 2.000 metri quadrati edificato su più piani fuori terra oltre a locali interrati e seminterrati.

Il Parco Nazionale del Circeo riconosce al Comune di San Felice di aver sempre avuto una posizione ferma in merito alla vicenda; riconosce la chiarezza delle posizioni perfettamente conformi agli obblighi di legge che in varie sedi ha sempre espresso la magistratura amministrativa e penale; riconosce inoltre al Sindaco Petrucci di aver la dovuta priorità all’azione di abbattimento che indica una precisa volontà politica di doveroso contrasto al fenomeno dell’abusivismo edilizio soprattutto all’interno del Parco.

“L’azione di oggi restituisce a tutti uno straordinario tratto del Promontorio che era deturpato dagli orrendi scheletri di cemento armato con cui si era tentata l’ennesima lottizzazione abusiva” commenta il Commissario del Parco Gaetano Benedetto. “L’abbattimento di un abuso edilizio dev’essere infatti letto non contro qualcuno, ma a favore di tutti, in particolar modo a favore di quei cittadini che si sono fatti carico di rispettare le legge e che troppo spesso rischiano di essere penalizzati a favore di altri cittadini più spregiudicati. Ancora paghiamo le conseguenze del cosiddetto ‘sacco del Circeo’ degli anni ’70 e questi abusi appartengono proprio a quell’epoca. La sfida però non è solo quella degli abbattimenti, ma soprattutto quella della chiusura di migliaia di pratiche di condono che ancora risultano inevase. Di concerto con i Comuni competenti dobbiamo dunque affrontare i casi più complessi e sono sicuro che ora anche nel Comune di San Felice ci sia la volontà politica di procedere in questa direzione. I cittadini tutti hanno diritto ad una risposta.”.

LEGAMBIENTE – Giù l’Ecomostro del Circeo. Sventato il nuovo scandaloso condono edilizio, cancellato dal calendario dei lavori dell’aula del Senato, Legambiente festeggia due volte, con lo striscione “Abbattiamolo!”, all’avvio della demolizione di due degli scheletri abusivi di Quarto Caldo nel cuore del Parco Nazionale del Circeo. Dopo oltre 35 anni, concluso il lungo iter burocratico, il Comune di San Felice Circeo ha acquisito di diritto e gratuitamente l’area e inviato le ruspe per la demolizione, grazie alla collaborazione dell’Ente Parco e dell’Ufficio Vigilanza sull’abusivismo della Regione Lazio.

Affonda le radici negli anni ’70 la storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, una sventola da quasi 3 ettari per una capacità edificatoria vicino a 100.000 metri cubi in una zona di grande pregio naturalistico, bloccata dall’amministrazione che annullò le concessioni edilizie alla società Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati in maniera parziale e l’intero lotto furono acquistati dalla società Acantos che presentò domanda di condono, l’istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffidò la società a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la società propose ricorso al TAR che nel 2010 dichiarò di fatto estinto il ricorso.

“La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalità organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell’ordine e magistrati -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Nel Lazio è allarmante la situazione dell’illegalità ambientale, dall’abusivismo edilizio, al traffico illecito di rifiuti, dall’inquinamento delle acque a quello atmosferico, con pesanti interessi della criminalità organizzata. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2009 ben 6.200 abusi hanno creato una profonda ferita ai danni del territorio del Lazio: un abuso su quattro si compie nelle aree vincolate e uno su cinque sfregia le coste. L’assalto criminale legato all’edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio, dopo l’Isola dei Ciurli a Fondi, Ardea e San Felice bisogna mantenenere accese le ruspe contro i ritmi impressionanti dell’abusivismo, sostenendo i Comuni come è avvenuto in questi casi anche con il fondo di rotazione per la lotta all’abusivismo.”

Ben 41.588 abusi edilizi hanno sfregiato il Lazio tra il 2004 e il 2009, periodo nel quale non agisce alcun condono edilizio, un numero increbibile pari quindi a 18,9 abusi al giorno. Il 25% degli abusi -ossia 10.397 abusi- deturpa aree vincolate, mentre ben 9.149 (22%) hanno riguardato comuni costieri del Lazio e 14.430 abusi (il 30% del totale) sono compiuti nella Capitale.

“Dopo l’abbattimento dell’Isola dei Ciurli, il più grande ecomostro della Regione Lazio e la demolizione della darsena con annesse strutture abusive sul Lago di Paola, in pieno Parco del Circeo, un’altra importante operazione, tesa a ripristinare la legalità sul territorio pontino e in tutto il basso Lazio, vede oggi la luce, e cioè l’inizio degli abbattimenti del più vecchio ecomostro di uno dei più antichi parchi nazionali italiani -afferma Marco Omizzolo, presidente circolo Legambiente Larus Sabaudia e coordinatore provinciale Legambiente Latina-. Grazie infatti alla demolizione di alcuni degli scheletri di Quarto caldo a San Felice Circeo, case abusive costruite in una delle zone più belle del Circeo e che attendevano questa sorte da molto tempo dopo il sequestro dei cantieri disposto addirittura nel lontano 1976, assistiamo ad un ritorno alla legalità in un territorio di straordinaria importanza ambientale e di grande suggestione paesaggistica. L’auspicio è che non si tratti di un episodio occasionale, ma che si continui su questa strada affinchè abusivismo ed illegalità, cause principali di scempi ai danni del nostro territorio, cessino per sempre.”

Tanti altri Ecomostri rimangono da demolire anche nel Lazio e Legambiente terrà alta l’attenzione con la nuova campagna nazionale contro l’edilizia illegale “Abbatti l’abuso”. Solo nel 2011, molteplici casi indagini, abusi e sequestri hanno evidenziato decine di casi: proprio a San Felice Circeo sono scattati i sigilli a una villa del valore di 400 mila euro a quanto pare senza nessuna concessione, a Formia a 16 appartamenti del valore di circa cinque milioni di euro sorti in violazione dei piani territoriali a due passi dal mare dello splendido Golfo, in località Acquatraversa; le ruspe sono ferme di fronte a diversi ecomostri, primo tra tutti le 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia ancora a Sabaudia, in attesa del giudizio della Cassazione, così come i dieci villini della lottizzazione abusiva nella piana di Sant’Agostino a Gaeta e gli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi, come nel caso del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio (Rm) abbandonato da molti anni. Nell’area romana, una lottizzazione abusiva è sorta alla luce del sole su un’area di quattro ettari a Pomezia (Rm), mentre un’altra indagine ha disposto ad Ardea (Rm) il sequestro di un’area agricola di circa 35 mila metri quadri sulla quale sono stati realizzati 168 manufatti destinati ad abitazioni civili. Nella Capitale, poi, sono stati sequestrati 33 ettari all’interno dell’area protetta della pineta di Castelfusano per opere abusive nel campeggio, denunciate da Legambiente sin dal 2004, su cui insistono circa 800 unità abitative, numerosissimi ormeggi per circa 200 imbarcazioni. E secondo l’ex direttore dell’ufficio condono edilizio gli abusivi avevano un vero e proprio listino prezzi da 5 mila euro per una veranda in periferia, a 250.000 euro per una mini lottizzazione.

“L’abbattimento dell’ecomostro del Circeo fa ben sperare per i tanti altri mostri di cemento abusivo che rimangono da demolire anche nel Lazio -afferma Valentina Romoli, responsabile ambiente e legalità di Legambiente Lazio-. Con l’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio, che raccoglie centinaia di segnalazioni dei cittadini al numero verde 800 926248, continueremo l’attività di denuncia e informazione per battere le illegalità.”

Ricostruzione storica della vicenda

1973

Il Comune di San Felice Circeo rilascia alla Soc. Maiora III le licenze edilizie per la costruzione di quattro nuclei abitativi separati per un totale di n. 21 appartamenti in Via delle Batterie, sul Promontorio fronte male nell’area del Parco Nazionale denominata Quarto Caldo;

1974

Comunicazioni giudiziarie a due Sindaci e al legale rappresentante della Maiora III, che aveva iniziato la costruzione delle ville (vedi Unità 5 luglio 1974)

1976

Con l’Ordinanza n. 73 del 1976 il comune di San Felice annulla per lottizzazione abusiva le licenze edilizie. Successivamente con l’Ordinanza n. 125 del 1976 la Soc. Maiora III viene diffidata a demolire le opere già realizzate (diffida non ottemperata).

Nel mese di giugno parte l’operazione “Sacco del Circeo” con centinaia di cantieri sequestrati (Pretore Infelisi), inclusi quelli della Maiora III.

1986

A seguito di fallimento della Soc. Maiora III, il Tribunale di Roma autorizza la Soc. CTI Srl (aggiudicataria del complesso immobiliare) a presentare istanza di condono edilizio ai sensi della recente legge 47/85.

1987

La Soc. Acantos S.r.. Immobiliare e Finanziaria s.r.l. con sede in Roma, acquista gli immobili , che erano rimasti allo stato di rustico.

1994

La Soc. Acantos dichiara al Comune di voler completare i lavori a seguito del condono che era stato presentato. Il Comune respinge l’istanza, diffida a non dar corso ai lavori e ad ottemperare l’Ordinanza di abbattimento mai eseguira.

1999

Con l’Ordinanza comunale n. 257 del 1999 si dichiarata improcedibile l’istanza di condono edilizio e nuovamente si ordina alla Soc. Acantos la demolizione di tutte e quattro le strutture edilizie denominate A-B-C-D.

2000

Il Comune di San Felice Circeo procede alla demolizione di 7 delle ville in costruzione e la Soc. Acantos deposita in data 7.03.2000 ricorso al TAR del Lazio sede di Roma contro il Comune per l’annullamento dell’Ordinanza 257/1999.

Il TAR del Lazio accoglie la domanda di sospensione cautelare per la misura demolitoria ed acquisitiva, con il divieto in ogni caso di espletamento di qualsiasi attività edilizia senza la prescritta autorizzazione di legge; trasferisce quindi la competenza al TAR di Latina.

2010

Il TAR Lazio Sez. Staccata di Latina (Sezione Prima) con Decreto 1759 del 09/08/2010 dichiara “perento” (decaduto) il ricorso proposto dalla società ACANTOS contro il Comune di San Felice Circeo.

2011

Con la Direttiva 8066/2011 la Giunta Comunale dispone affidata al Responsabile del Settore Urbanistica e Pianificazione del Territorio, l’adempimento delle precedenti Ordinanze rimaste inevase. Seguivano quindi una serie di verifiche e riscontri effettuati anche dalla Polizia Locale. Quest’attività portava alla Determinazione n.195/2011 con si provvedeva all’acquisizione a favore del Comune di San Felice Circeo di tutte le strutture edilizie abusive e delle aree a queste relative. L’Agenzia del Territorio Ufficio Provinciale di Latina trascriveva quindi a favore del Comune di San Felice Circeo i suddetti beni. Veniva quindi la disposta la demolizione delle strutture edilizie a partire dal giorno 12 ottobre 2011.

Il Comune ed il Parco Nazionale procedevano quindi alla verifica di un eventuale interesse pubblico a salvare alcune delle strutture abusive mentre il Parco Nazionale autorizzava gli interventi sulla vegetazione necessari all’apertura del cantiere per la demolizione; Il Parco inoltre comunicava la disponibilità di una somma di 250.000, proveniente da un fondo del Ministero dell’Ambiente per la repressione dell’abusivismo edilizio nei Parchi Nazionali.

2012

Il Parco Nazionale concorda con il Comune l’importo di € 176.462 per l’esecuzione dell’abbattimento. Sulla base di questo il Comune provvedeva nei termini di legge alla selezione della ditta poi incaricata per l’esecuzione dei lavori.

 

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