LATINA – Si sono dati appuntamento in Comune e nulla è stato lasciato al caso. La protesta nazionale dei commercianti aderenti a Confcommercio dal titolo “Se le imprese chiudono chiude anche il Paese” è andata in scena questa mattina anche a Latina, come previsto, nella Sala De Pasquale del Comune, dove i titolari di imprese del commercio, del turismo e dei servizi, hanno consegnato le chiavi delle loro attività ai sindaci presenti, in realtà solo due, il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, arrivato con un’ora di ritardo e il sindaco di Terracina, Nicola Procaccini. Presente qualche delegato degli altri Comuni pontini
Chi si aspettava una protesta veemente, con esercenti arrabbiati, ha dovuto accontentarsi di una cerimonia studiata: la Confcommercio locale ha fatto realizzare per l’occasione delle targhe in alluminio con impresse le chiavi e i colori della bandiera italiana, come ha spiegato al microfono di Francesca Balestrieri il presidente dell’Ascom, Italo Di Cocco che pone l’accento in particolare sui pericolo che derivano dalla Tares ASCOLTA di cocco
I più arrabbiati sono i titolari dei distributori di benzina, che si battono da tempo per una tassa sui rifiuti più giusta per la categoria: “Spendiamo in
media 20mila euro l’anno, perché la Tia ci viene calcolata sulla base dei metri quadrati e non sull’effettiva quantità di rifiuti prodotti, con la Tares andrà peggio”, spiega il rappresentante, Alberto Bertipaglia ASCOLTA bertipaglia
DI GIORGI – “Riconosco nella vostra protesta un atto serio e importante che non vuole dire chiusura ma vuol dire “aiutateci” ma è importante rendersi conto che siamo in una congiuntura particolare dove è tutto il sistema Italia ad essere in difficoltá”. Sono le parole che ha usato il sindaco Giovanni Di Giorgi. “Noi come Comune dobbiamo essere al vostro fianco, per aiutarvi in questa difficile battaglia della Tares, nonostante i vincoli del patto di stabilità che ci lega le mani dandoci un mero ruolo di gabellieri dello Stato. Bisogna quindi lavorare in sinergia con le Associazioni di categoria, gli enti locali e l’ANCI, dove, senza colori politici, si cerca di operare per il bene delle imprese che sono il vero motore del nostro Paese. Un esempio di questo modo di operare è il successo che abbiamo ottenuto sulla direttiva Bolkestein. Da un punto di vista propositivo, quello che stiamo facendo anche grazie all’ANCI, è di sollecitare tutti i sindaci ad una adunata nazionale conto il patto di stabilità e contro la tares, con l’obiettivo di far affrontare al prossimo Governo un posticipo dei pagamenti, anche per capire i parametri e le differenze di applicazione».