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REGOLE CHIARE PER GLI AMBULANTI
Le chiede la Coldiretti di Sezze

(da setino.it)

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SEZZE – Con una nota inviata al Sindaco di Sezze, all’assessore ai settori produttivi, al dirigente del settore e al presidente della commissione dei settori produttivi, la Coldiretti di Sezze torna ad evidenziare la necessità di regole chiare e definitive per il commercio ambulante. Il presidente della sezione Coldiretti di Sezze, Vittorio Del Duca, ha sottoscritto l’impegno della organizzazione a collaborare con l’amministrazione comunale al fine di risolvere gli abusi già segnalati nella vendita ambulante sul territorio. Il fine – spiega Del Duca – è quello di tutelare il buon nome dei nostri prodotti tipici, in particolare il carciofo romanesco, ma anche i consumatori dall’inganno di prodotti di dubbia provenienza spacciati sulle nostre strade per prodotti locali, appellandoci al rispetto delle regole per il commercio ambulante. Queste, come si sa, oltre a prescrivere la regolare autorizzazione comunale, non permettono che la vendita in forma ambulante si tramuti in forma stabile, e comunque che si svolga per un periodo eccedente 5 minuti nello stesso punto di qualsiasi strada del  territorio comunale”. Coldiretti per queste ragioni ha chiesto ufficialmente alla amministrazione comunale di Sezze di attivare gli organi di vigilanza onde evitare che tali fenomeni vengano a ripetersi in modo continuo ed indisturbato, sino ad estendersi nei parcheggi che saranno previsti per la Sagra del carciofo, come accaduto negli anni precedenti. Coldiretti a breve – spiega ancora Di Duca – organizzerà un incontro presso la propria sezione al quale prenderanno parte anche i responsabili provinciali ell’organizzazione. “E’ nostra intenzione – ha detto a tal proposito il direttore provinciale di Coldiretti Saverio Viola – promuovere in tempi rapidi un confronto utili ad individuare un percorso per scongiurare ed eliminare questi fenomeni che, oltre ad arrecare danno ai produttori e agli imprenditori agricoli, penalizzano i cittadini-consumatori facendo acquistare prodotti spacciati del territorio che invece nulla hanno a che fare con le nostre campagne”.

 

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