LATINA – Brutta fine d’anno per i lavoratori del quotidiano La Provincia già da mesi alle prese con una pesante vertenza aziendale: oggi il giornale non è in edicola per uno sciopero generale indetto da giornalisti e poligrafici fino al 4 gennaio dopo l’annuncio della chiusura della sede di Latina a partire da 5 gennaio. Ventuno persone andranno a casa, in cassa integrazione a zero ore, come ha deciso unilateralmente la Effe Cooperativa violando anche l’accordo stretto nei mesi scorsi i Regione Lazio. La cooperativa dovrà poi restituire allo Stato i contributi relativi agli anni 2008-2009-2010.
I lavoratori non ricevono lo stipendio da 7 mesi, non hanno percepito la tredicesima e tutte le spettanze accessorie e ora sono in ginocchio: “In particolare, oggi pomeriggio – si legge in un comunicato sindacale firmato da associazione stampa romana e cgil – il presidente della Effe Coop Editoriale spa ha comunicato che «dal 05/01/2014 la società non editerà l’edizione di Latina del giornale La Provincia Quotidiano». Grave il trattamento riservato ai dipendenti. Sempre nella sua comunicazione, il presidente spiega che «nel periodo decorrente dalla data di sospensione dell’edizione di Latina (05/01/2014) e quella di eventuale accordo sindacale, il 50% dei dipendenti giornalisti e poligrafici verrà collocato in CIGS a zero ore e l’altro restante 50% in ferie».
Le cause di tale decisione sono rappresentate sempre dalla motivazione per cui «dalla data di accordo di Cigs (al 50% per tutti i dipendenti di Latina e Frosinone, ndr) in Regione Lazio dell’8/11/2013 sono intervenuti nuovi fatti» che si sostanziano nella revoca dei contributi per l’editoria relativi agli anni 2008-2009-2010 «con conseguente obbligo di restituzione di quanto ricevuto».
Il Comitato di Redazione contesta tale decisione unilaterale dell’editore ritenendola una grave lesione della dignità dei dipendenti coinvolti, come persone e come lavoratori. I giornalisti e i poligrafici della redazione di Latina hanno sempre dato ampia disponibilità per il rilancio della testata. Un rilancio che, alla luce di questa ultima decisione, l’editore evidentemente non vuole scegliendo la soluzione più facile: chiudere la redazione e lasciare – di fatto – “per strada” 21 persone con le loro famiglie”.