
Da sinistra: Nica, il latitante arrestato, il capo della banda Razvan e il terzo complice, Aramis
LATINA – Era latitante dal 2011 quando il gip di Latina Laura Matilde Campoli, su richiesta del Pm Daria Monsurrò aveva emesso l’ordine di custodia cautelare. Nella serata di ieri, la Squadra Mobile ha arrestato Stefan Liviu Nica, detto Libarca, un rumeno di 21 anni accusato di rapina, estorsione e di aver sfruttato alcune donne costrette a prostituirsi a Latina e Aprilia. Le ricerche estese in ambito internazionale hanno consentito di individuare e arrestare il latitante nel Regno Unito e di estradarlo in Italia dove la Squadra Mobile di Latina, in collaborazione con l’Interpol e l’Ufficio di Polizia Frontiera Aerea di Fiumicino, lo ha arrestato appena sbarcato dall’aereo.
LE INDAGINI – Come emerso dalle indagini della II sezione della Squadra Mobile di Latina, Nica faceva parte di una feroce banda insieme con altri due connazionali, Cornel e Ionut Costantin, detti rispettivamente Aramis e Razvan quest’ultimo al vertice del sodalizio criminale. Erano spietati: minacce e violenze fisiche nei confronti di loro connazionali messe sulla strada erano all’ordine del giorno fino a quando una delle ragazze sfruttate ha deciso di denunciare i propri aguzzini. “Nel corso delle attività di polizia giudiziaria è stata documentata l’attività di sfruttamento mediante l’intercettazione delle utenze in uso ai membri della compagine criminale investigata nonché con foto e video riprese” – spiegano dalla Questura. Gli investigatori hanno anche documentato il pestaggio di una delle donne e appurato che i soldi incassati a fronte delle prestazioni sessuali consumate con gli occasionali clienti, per somme tra i 300 e i 500 euro a serata, dovessero essere interamente consegnati alla banda. “Nel corso delle indagini – spiegano ancora dalla Mobile – è stata accertata una vera e propria spartizione delle aree ove adescare i clienti, a fronte della richiesta di circa 200 euro a settimana nei confronti di quelle prostitute che avessero voluto usufruire dei luoghi gestiti dal predetto gruppo delinquenziale”.
