LATINA – A Fondi c’era la mafia che condizionava sia l’amministrazione comunale che il Mof. E’ questo il senso della sentenza emessa oggi dalla Corte di Cassazione di Roma per il processo Damasco 2. Ha retto in blocco il teorema accusatorio, i giudici della Suprema Corte hanno confermato l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso nei confronti dei fratelli Carmelo e Venanzio Tripodo e poi per Aldo Trani, queste ultimi erano le posizioni processuali più delicate. E’ stata annullata invece con rinvio alla Corte d’Appello per la celebrazione di un nuovo processo la condanna per altri imputati la cui posizione era marginale, tra loro anche Riccardo Izzi accusato di concorso esterno, erano state proprio le dichiarazioni dell’ex assessore comunale a far scattare l’inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, coordinati all’epoca dal capitano Luigi Spadari e che aveva portato nel luglio del 2009 agli arresti. I giudici hanno annullato, anche qui con rinvio, la confisca dei beni nei confronti della famiglia Tripodo e Trani, sono caduti in prescrizione invece i reati contro la pubblica amministrazione e che vedevano sul banco degli imputati anche l’ex comandante dei vigili urbani.
Damasco 2, la Cassazione conferma: a Fondi c’era la mafia. Regge il teorema accusatorio
Condanne confermate per Carmelo e Venanzio Tripodo e per Aldo Trani
Di