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Alcool, fumo e vita sedentaria, ecco i mali della popolazione pontina (e non solo)

"Passi nel Lazio" svela: vita troppo sedentaria e i giovani eccedono con l'alcool

asl1LATINA – Nel Lazio i giovani continuano a bere troppo mentre chili in eccesso e tendenza a una vita sedentaria sembrano diffondersi nelle classi socioeconomiche più svantaggiate. Sono almeno 280 mila, infatti, i ragazzi di età compresa tra 18 e 34 anni che consumano alcol in maniera smodata, mentre le under 35 sono sempre più in sovrappeso e meno propense a dedicarsi a sport e attività fisica. Sul fronte dei programmi di prevenzione oncologica, tra il 2008 e il 2013, 3 donne su 4 tra i 50 e i 69 anni hanno eseguito una mammografia, come raccomandato dalle linee guida; più alta l’adesione nella città di Roma rispetto alla provincia.
Questo e molto altro dalla complessa e articolata analisi dello stato di salute della popolazione laziale, letta attraverso la lente delle disuguaglianze, e proposta nel nuovo rapporto Determinanti di salute e disuguaglianze: i risultati della sorveglianza Passi nel Lazio. Il documento presentato lunedì 16 febbraio a Roma, nella sala Tirreno della Regione Lazio nell’ambito del Convegno “PASSI per la prevenzione” organizzato dalla ASL di Latina che, con la dottoressa Silvia Iacovacci della UOCs Prevenzione Attiva del Dipartimento di Prevenzione, diretta dal dottor Antonio Sabatucci, partecipa al Coordinamento Regionale della Sorveglianza Passi.
Il Convegno, aperto dal Direttore Generale, dottor Michele Caporossi e dalla dottoressa Amalia Vitagliano, Dirigente Area Sanita’ Pubblica, Promozione Della Salute, Sicurezza Alimentare E Screening della Regione Lazio è stato un occasione per riflettere, alla luce delle esperienze regionali e nazionali, sull’importanza dell’utilizzo dei dati della sorveglianza PASSI per l’analisi di contesto, la programmazione degli interventi di prevenzione e la loro valutazione.
La salute dipende (anche) da lavoro, istruzione, denaro.
La mole di numeri che il sistema di sorveglianza Passi riesce a produrre è notevole. Tanti gli ambiti su cui sono disponibili dati, andamenti e spunti di riflessione: fumo, alcol, sedentarietà, sovrappeso e obesità, rischio cardiovascolare, screening oncologici, vaccinazioni, stato di salute percepito e depressione.
Questo il quadro dei dati elaborati per la Asl di Latina

Stato nutrizionale
Nella ASL di Latina nel periodo 2010-2013 , secondo i dati Passi, il 31% degli adulti di 18-69 anni risulta in sovrappeso e il 13% risulta obeso (valore significativamente maggiore rispetto al valore regionale e nazionale (rispettivamente 10% e 11%). Complessivamente quindi più di quattro persone su dieci risulta essere in eccesso ponderale. Questa condizione cresce al crescere dell’età, è più frequente negli uomini , tra le persone con più bassi livelli d’istruzione, tra quelle economicamente più svantaggiate. Inoltre,la percezione di essere in sovrappeso non sempre coincide con lo stato nutrizionale calcolato in base ai dati antropometrici riferiti dagli intervistati: tra le persone in sovrappeso ben la metà ritiene che il proprio peso sia più o meno giusto; tra gli obesi questa percentuale è del 5%. Da segnalare che tra i sottopeso/ normopeso l’8% ritiene che il proprio peso sia troppo alto.
Attività fisica
Nella ASL di Latina si stima che poco più di una persona su 4 (28%) è fisicamente attiva, cioè effettua un lavoro pesante oppure 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni, il 42% è parzialmente attivo , cioè non svolge un lavoro pesante ma fa qualche attività fisica nel tempo libero, senza però raggiungere i livelli raccomandati, mentre il 30% può essere considerato completamente sedentario (Lazio 34%). La sedentarietà cresce all’aumentare dell’età ed è più diffusa nelle persone con basso livello d’istruzione e con maggiori difficoltà economiche; non sono emerse differenze significative tra uomini e donne

È presente una percezione distorta dell’attività fisica praticata: circa un sedentario su quattro e un parzialmente attivo su due ritiene di praticare sufficiente movimento. La percentuale di sedentari è più alta in sottogruppi di popolazione che potrebbero beneficiarne di più (in particolare persone con sintomi di depressione, ipertesi, obesi o in sovrappeso e fumatori).
In ambito sanitario gli operatori non promuovono ancora sufficientemente uno stile di vita attivo tra i loro assistiti.
Gli effetti positivi di una diffusa attività fisica nella popolazione sono evidenti sia a livello sociale, sia economico. Lo sviluppo di strategie per accrescere la diffusione dell’attività fisica (attraverso l’attivazione di interventi di dimostrata efficacia) è un importante obiettivo che può essere raggiunto solo con l’applicazione di strategie intersettoriali, intervenendo sugli aspetti ambientali, sociali ed economici che influenzano l’adozione di uno stile di vita attivo (ad es. politica di trasporti, ambiente favorente il movimento, ecc.).

Abitudine al fumo
Secondo i dati 2010-13 del sistema di sorveglianza PASSI, nella ASL di Latina il 29% degli adulti 18-69 anni fuma sigarette. Il 19% è invece ex fumatore e il 52% non ha mai fumato. Nella Regione Lazio, una delle regioni in cui si fuma di più, la percentuale di fumatori è del 31% e in Italia del 28% (anno 2013). L’abitudine al fumo è più diffusa negli uomini che nelle donne (rispettivamente 35% e 23%), nelle persone con una scolarità media (32%) e in quelle con molte difficoltà economiche riferite (34%). Si fuma di più fino a 50 anni (in media il 34%) valore che scende al 21% nei 50-69enni . Il numero di sigarette fumate in media al giorno è pari a 13. Tra i fumatori, il 26% è un forte fumatore (più di un pacchetto di sigarette al giorno). Il 3% è invece un fumatore occasionale (meno di una sigaretta al giorno).

Consumo di alcol
Nel periodo 2010-13, la percentuale di consumatori di alcol nella Asl di Latina è risultata pari al 52%. Tra questi il 13% è un consumatore di alcol a maggior rischio perché consumatore fuori pasto e/o consumatore binge (ovvero uomini che bevono 5 o più tra bicchieri di vino, bicchierini di liquore una lattina di birra. Per le donne si intendono 4 di queste quantità)
Il consumo a maggior rischio è più frequente tra i giovani di età 18-34 e in modo particolare tra i 18-24enni (24%), tra gli uomini, e a differenza di molti altri fattori di rischio comportamentali tra le persone con livello di istruzione alto.
Il 13% degli intervistati riferisce di aver guidato, negli ultimi 30 giorni, subito dopo aver bevuto una quantità di alcol superiore ai livelli fissati dalla Legge.

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