LATINA – “Inaccettabile l’atteggiamento assunto dall’assessore Sonia Ricci che continua a non dare risposte allungando ancora i tempi o offrendo soluzioni generiche prive dei contenuti dei quali le nostre imprese hanno assoluto bisogno”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri abbandonando il Tavolo Agroalimentare in corso di svolgimento presso la Regione Lazio. Tavolo che era stato sollecitato più volte proprio da Coldiretti Lazio per affrontare questioni della massima urgenza per il futuro dell’agricoltura laziale.
All’ordine del giorno c’erano infatti lo stato di crisi in cui versa la zootecnia laziale con un prezzo del latte alla stalla bloccato ancora a 0,35 centesimi al litro, insufficienti a coprire anche solo i costi di produzione; la procedura di sfratto nei confronti del Laboratorio ARAL (Associazione Regionale Allevatori del Lazio) di Maccarese, che mette a rischio una cinquantina di posti di lavoro e l’importantissima attività di controllo qualitativo svolta, a vantaggio della salute del consumatore, dal Laboratorio presso gli allevamenti del Lazio (prelievo ed analisi di oltre 300.000 campioni ogni anno, controlli su oltre 60.000 capi da latte su un totale di circa 500 allevamenti); la regolamentazione operativa della legge sui danni da fauna selvatica ancora ferma alla sua approvazione il 25 febbraio scorso.
“Il settore agricolo ed agroalimentare regionale sta attraversando un momento cruciale per il proprio futuro fatto di opportunità di sviluppo che tuttavia rischiano di essere vanificate se non verranno affrontati con tempestività ed efficacia i problemi che ostacolano ancora il pieno esplicarsi del lavoro quotidiano delle migliaia di imprese agricole che operano con successo nel nostro territorio rendendo concreto quel modello di sviluppo che oggi solo l’agroalimentare può garantire a questa Regione”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri nella richiesta inviata all’assessore Ricci agli inizi di maggio.
“Una scelta, quella di abbandonare il Tavolo Agroalimentare, inevitabile –ha concluso Granieri. Eravamo venuti con un preciso mandato da parte della maggioranza delle imprese agricole laziali che la Coldiretti rappresenta, ovvero portare la Regione ad impegnarsi nella risoluzione dei problemi che ancora mettono fortemente a rischio la loro stessa sopravvivenza. Non dimentichiamo che è la Costituzione italiana ad attribuire la materia agricola alla competenza esclusiva delle Regioni e quindi alla responsabilità diretta dell’Istituzione Regionale ad affrontare le diverse questioni legate alla sviluppo delle imprese agricole e al loro ruolo nell’economia della Regione, seppur in un contesto di coordinamento e quadro giuridico fissato spesso dallo Stato e/o dall’Unione Europea. Tutto questo oggi è stato disatteso.”