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cronaca

Infortuni e morti bianche, trend decrescente ma la causa è la disoccupazione

I dati Inail elaborati dall'Anmil, in provincia migliora il settore dell’Industria e dei Servizi

morti-bianche (1)LATINA  – “Il lavoro nasce dai sogni… non lasciamo che diventi un incubo” con queste parole il presidente dell’ANMIL Elio Compagnucci, ha sollevato recentemente l’attenzione sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, spesso invalidanti o addirittura fatali. E’ vero, di lavoro si muore sempre meno, questo almeno è quanto emerge dalle statistiche provinciali pubblicate dall’Anmil – Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro. Un dato oggettivo positivo che nasconde però un’altra amara verità: il calo di infortuni e malattie professionali è soprattutto un effetto dovuto al minor lavoro e alla crisi economica che ha colpito il Paese nell’ultimo quinquennio. Il quadro provinciale e regionale ricalca infatti, in gran parte quello nazionale, con un calo complessivo di circa il 7% degli infortuni, imputabile purtroppo anche al lavoro nero e alla tendenza a non presentare denuncia per paura di perdere il posto di lavoro.

“A partire dagli inizi degli anni ’90 il fenomeno infortunistico  – si legge nell’elaborazione di Anmil dei dati Inail – ha avuto  un andamento costantemente decrescente, che si è ulteriormente intensificato in questi ultimi anni per effetto della grave crisi economica che ha sensibilmente ridotto il monte ore lavorate e quindi il numero degli esposti al rischio. Nella regione Lazio il calo è stato leggermente inferiore a quello nazionale: gli infortuni sono scesi dai 55.602 del 2009 ai 43.108 del 2013, segnando una riduzione del 22,5% nel quinquennio. Flessioni  ancora più consistenti si sono registrate nella provincia di  Latina con un -34,4%”. Il settore dell’Industria e dei Servizi è stato quello più “fortunato” mentre in Agricoltura c’è stata una crescita di poche unità, nella provincia pontina complessivamente i morti sul lavoro sono passati da 14 nel 2009 ai 7 del 2013 con un calo del -50,0% (Fonte: elaborazione ANMIL su dati INAIL – Banca dati statistica –anni 2009/2013). Una flessione positiva dovuta probabilmente anche al maggior impiego di macchine nelle lavorazioni pericolose. Anche se si deve considerare che i dati forniti dall’Inail escludono diverse categorie di lavoratori assicurate in modo diverso.

Di lavoro però non si muore solo per incidenti o eventi traumatici, ma anche in seguito alla lenta progressione di malattie professionali. Negli anni passati il caso più noto nel territorio pontino è stato quello legata alla multinazionale Goodyear di Cisterna, con circa 200 casi accertati di morti per tumore legati direttamente al ciclo di lavoro della fabbrica. Nel 2013 nel Lazio le malattie mortali (Fonte: elaborazione ANMIL su dati INAIL – Banca dati statistica) sono state complessivamente 14, per la maggior parte verificatesi nella provincia di Roma (10 casi) e 2 in provincia di Latina, decessi causati essenzialmente da tumori professionali. Anche in questo caso il calo delle malattie professionali sembra essere determinato soprattutto dalla crisi e di conseguenza dalla diminuzione delle ore lavorate.

“In questo momento di difficoltà ci sono molte piccole aziende che sembrano operare sul modello di quelle cinesi – si legge nel rapporto conclusivo Anmil Latina – ma spesso fingiamo di non vederle, almeno fino a quando non succedono vere tragedie. Dimentichiamo così il grande valore e l’esperienza del made in Italy, che non possono essere barattati con il mancato riconoscimento dei diritti fondamentali dei lavoratori, mentre la concorrenza sleale dovrebbe essere combattuta da ognuno di noi, poiché in momenti di “emergenza occupazionale” non è con l’economia dello sfruttamento che si possono risollevare le sorti di un Paese”.

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