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lo scandalo

Prostituzione minorile, indagata una madre che avrebbe venduto la figlia a Latina Scalo

Nell'inchiesta molte vittime sono ragazzini del campo rom di Aprilia

Il nuovo binario alla stazione di Latina Scalo (foto di Gabriele Brocani)

Il nuovo binario alla stazione di Latina Scalo (foto di Gabriele Brocani)

LATINA – C’è anche una madre di quarant’anni accusata di aver venduto la figlia sedicenne alla stazione di Latina Scalo, agli atti dell’inchiesta sul giro di prostituzione minorile che aveva base alla stazione Termini di Roma. La ragazzina sarebbe stata offerta a uomini adulti che avrebbero accettato di pagare per una prestazione sessuale. Tra gli episodi contestati uno sarebbe avvenuto lo scorso anno alla stazione di Latina. Qui, un uomo a bordo di un costoso suv, sarebbe stato avvicinato dalla madre della vittima con la quale avrebbe concordato il prezzo della prestazione per essere raggiunto poco dopo dalla ragazzina. Lui nega il rapporto, ma ammette di essere stato avvicinato dalla donna. La madre, una rumena  è finita sul registro degli indagati.

Dell’orrendo giro di prostituzione sono rimaste vittime  – secondo quanto ricostruito dalla Procura di Roma che coordina le indagini della polizia – anche alcuni ragazzini che vivono nel campo rom di Aprilia e in quello di Castel Romano. I ragazzini si prostituivano nei pressi dei binari, seguivano i clienti nei bagni della stazione e sui treni in sosta, per somme tra i 10 e i 50 euro. «Prima di compiere i diciotto anni mi è capitato di essere al binario 29 con diversi uomini omosessuali che frequentano la stazione. Con alcuni di loro avuto rapporti sessuali a pagamento» aveva raccontato proprio un ragazzo del campo nomadi di Aprilia, ascoltato dai magistrati che nei giorni scorsi hanno disposto otto arresti.

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