LATINA – Settantasei docenti dell’Iis Marconi di Latina chiedono al governo Renzi il ritiro del Ddl “Buona Scuola”, già approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato. La posizione è stata espressa in un documento reso pubblico, nel quale si elencano tutti i difetti e le storture della riforma, e si annunciano azioni nel caso non venisse rivista.
IL TESTO DEL DOCUMENTO – Le RSU del Marconi, constatato che il DDL 2994 comporta:
1. Rischio di clientelismo e abusi per quanto riguarda la scelta dei docenti da parte del Dirigente Scolastico ( chiamata diretta) e valutazione. Che non si basa dunque su criteri oggettivi.
2. la possibilità di assegnare incarichi e supplenze anche senza specifica abilitazione
3. la costituzione degli ambiti territoriali sub-provinciali e le Reti di scuole (dal 2016) queste potranno utilizzare gli stessi docenti e accorpare le segreterie amministrative.
4. l’introduzione della valutazione del merito degli insegnanti gestita da una ristretta commissione (due docenti della scuola, rappresentanti dei genitori e degli studenti) presieduta dal dirigente scolastico a cui collegare eventuali aumenti salariali
5. la costituzione di albi territoriali per tutti i docenti ANCHE DI RUOLO (dal AS 2016/17)
6. un numero di assunzioni limitato rispetto agli aventi diritto e senza garantire i diritti degli insegnanti esclusi che saranno espulsi dal mondo della scuola pur avendo conseguito i titoli previsti dalla normativa vigente e maturato esperienza negli anni;
7. l’aumento indiretto orario lavoro con 50 ore obbligatorie di formazione e supplenze fino a dieci giorni a copertura del personale di istituto di ruolo su assenze personale interno fino a dieci giorni (obbligatorio)
8. la ricerca e l’ingresso di sponsor privati per finanziare gli istituti scolastici;
9. spostamento di fondi verso il sistema delle scuole paritarie
Per tali motivi i docenti del Marconi di Latina
CHIEDONO
il RITIRO del DDL 2994,
Il rinnovo del contratto nazionale con adeguati aumenti salariali.
La stabilizzazione dei docenti precari (con un piano pluriennale che parta dagli insegnanti delle GAE e che prosegua con i docenti abilitati della GI e con gli insegnanti che hanno più di tre anni di servizio).
“In caso contrario – concludono i docenti – ci riserviamo di utilizzare tutte le forme di protesta che riterremo opportune”.