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LUTTO A LATINA

Addio Don Renato Di Veroli, oggi i funerali a San Marco

Il parroco storico di S.M. Goretti sarà salutato alle 10,30

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LATINA – Saranno celebrate questa mattina alle 10,30 nella Cattedrale di San Marco dal vescovo Mariano Crociata le esequie di Don Renato Di Veroli, storico parroco di Santa Maria Goretti e per un lungo periodo vicario del vescovo Giuseppe Petrocchi, aveva quasi 99 anni. Vide nascere Latina. Se n’è andato nella sua abitazione assistito da Nunzia, sua collaboratrice da molto tempo, dai nipoti e da alcuni fedeli. La camera ardente è stata allestita nella chiesa che aveva sempre guidato dal 1956 al 2001. Qui moltissimi amici, fedeli, cittadini di Latina hanno salutato il feretro che questa mattina sarà trasportato a spalla accompagnato da un corteo che si muoverà a piedi dalla Chiesa di Santa Maria Goretti alle 9,45  fino a San Marco.

Don Renato era nato il 30 ottobre del 1916, era entrato giovanissimo in seminario e ne era uscito  sacerdote il 29 giugno del 1941. Anche negli ultimi anni, ormai a riposo, aveva continuato a celebrare la Messa, a battezzare, soprattutto a confessare, grazie all’aiuto di un prezioso apparecchio acustico che gli aveva restituito l’udito. Erano moltissimi a considerarlo una guida accogliente e sicura.

Ironico, mai banale, sacerdote fino in fondo, non abbandonava mai la talare (e più di recente il collarino ecclesiastico), da quando un giorno aveva salvato dal suicidio un uomo. Era stato quell’abito infatti a richiamare l’attenzione del disperato che lo aveva fermato, Don Renato si era a lungo intrattenuto con lui, quando era già buio, in inverno, convincendolo a desistere. E’ solo uno dei tantissimi aneddoti che questo sacerdote illuminato e fedele fino in fondo alla sua scelta, ha lasciato a chi lo conosceva. A maggio però si era aggravato, le forze lo avevano abbandonato, non riusciva più a camminare.

Don Renato Di Veroli, può essere considerato a tutti gli effetti il padre spirituale della città di Latina anche se era originario di Sezze, dove da bambino si era miracolosamente salvato sotto le macerie della Chiesa di San Rocco, distrutta dalle bombe alleate. Per Latina era personalità insigne e in occasione dell’82° della Fondazione della città era stato premiato “per aver contribuito in maniera concreta e decisiva allo sviluppo e alla crescita della comunità latinense sotto il profilo religioso, sociale e culturale, e alla aggregazione delle diverse popolazioni giunte Latina e provenienti da ogni parte d’Italia. E’ stato punto di riferimento spirituale e morale di tante generazioni di latinensi”. Sapeva anche esere spiritoso, per esempio si divertiva a fare l’imitazione di Mussolini, lo aveva ricordato proprio in quell’occasione ufficiale, strappando un applauso. Queste erano state allora le sue parole al microfono di Radio Luna

Tra i maggiori incarichi e uffici ricoperti vi sono quello di Vicario generale della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno (dal 1991 al 30/06/2001), Vicario foraneo di Latina (nel 1968), presidente della Caritas diocesana, Difensore del vincolo presso il Tribunale ecclesiastico diocesano, membro del Collegio dei Consultori, Delegato diocesano per la Pastorale familiare e poi per i Pellegrinaggi, presidente dell’Istituto diocesano per il Sostentamento del Clero, Confessore del Collegio Bambino Gesù (Sezze), assistente ecclesiale per il Comitato italiano femminile di Latina (Cif), assistente ecclesiastico dell’Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti d’azienda).

In campo civile, da ricordare in particolare modo la sua dedizione come insegnante di religione in varie scuole, tra cui dal 1954 presso l’allora Istituto Magistrale di Latina, e la forte attenzione al mondo giovanile e delle famiglie.

LA LETTERA – Sono tanti i ricordi che si affollano in queste ore sulla figura di Don Renato Di Veroli. “Don Renato è stato prete e amico, maestro e fratello, uomo di chiesa e di strada, diplomatico e  rivoluzionario, il più vecchio e il più giovane di tutti con la sua impronta innovativa e lo spirito autenticamente riformista della sua missione pastorale – sono le parole del nipote, l’ex sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi – Da quando la mano divina lo aveva sottratto alle macerie della chiesa di San Rocco, crollata sotto le bombe degli alleati nella “sua” Sezze, Don Renato era come fosse diventato “immortale”. Ricordare Zio Renato è come ripercorrere la storia della nostra città – continua –  Lo faccio con la commozione di queste ore in cui il dolore e l’amarezza per la scomparsa di una persona così cara devono lasciare anche spazio alla riflessione e alla riconoscenza. Perché così merita di essere ricordato colui che è stato e per sempre resterà l’anima buona ma severa di Latina, solidale e rigoroso, incline all’aiuto verso tutti e pronto a lasciarci preziose lezioni di vita”.

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