LATINA – <In azienda comandavano la Izzi e Barberini ma era Barberini alla fine a dirigere tutto effettivamente e la differenza tra crediti e debiti era di 40 milioni di euro>, è quanto che ha riferito in aula uno dei testimoni, il contabile della Midal, nel corso del processo che si sta svolgendo in Tribunale per il fallimento della storica azienda di Latina.
Davanti al Collegio Penale stata molto significativa anche la lunga deposizione del curatore della società che ha ricostruito il sistema architettato con degli artifici contabili tramite il quale gli imputati hanno saccheggiato il patrimonio, grazie a delle fatture false come nel caso dell’acquisto di un impianto di panificazione pagato 19 milioni di euro quando invece costava poco più di un milione di euro. Il buco accertato che ha portato poi al fallimento dell’azienda- ha aggiunto il curatore- è di quasi 72 milioni di euro.
In aula ha deposto poi il consulente della Procura e altri testimoni.
L’udienza è stata rinviata al 17 novembre, gli ex lavoratori si sono costituiti parte civile nel processo e chiedono il risarcimento del danno morale, si tratta di uno tra i primissimi casi in Italia. Tra gli imputati oltre all’ex ad Paolo Barberini, Rosanna Izzi, ex presidente del gruppo, il commercialista Sergio Gasbarra, di Cisterna, ex presidente del collegio sindacale, il manager Ivo Lucarelli, l’ex revisore Sandro Silenzi.