ASCOLTA RADIO LUNA ASCOLTA RADIO IMMAGINE ASCOLTA RADIO LATINA  

con il musicologo Gabriele Bonomo

Festival Pontino tra metamorfosi e virtuosismi

Al Castello Caetani di Sermoneta gli Incontri Internazionali di Musica Contemporanea

SERMONETA – Dopo la festa di inaugurazione, sabato 1 luglio e domenica 2 luglio il Festival entra nel vivo proponendo i tradizionali Incontri Internazionali di Musica Contemporanea nella cornice del Castello Caetani di Sermoneta, quest’anno dedicati al tema “Il duo con pianoforte: metamorfosi e virtuosismi”. Dopo la riflessione dello scorso anno sul quartetto d’archi, una formazione che ha attraversato senza sostanziali mutamenti più di due secoli di storia, l’attenzione si concentra quest’anno sul duo con pianoforte. Si tratta di una formazione che, a differenza del quartetto d’archi, ha subìto diverse trasformazioni, in particolare in rapporto allo strumento “altro” rispetto al pianoforte.

Come ha spiegato a Buongiorno Festival in onda alle 11 su Radio Luna il musicologo Gabriele Bonomo

ASCOLTA

I due concerti ospitati all’interno degli Incontri  saranno introdotti da conversazioni del pubblico con i musicisti e i compositori delle due giornate, ripropongono questa doppia natura: da una parte la multiforme varietà del duo percussioni e pianoforte, dall’altra una formazione “classica” come è quella del violoncello e pianoforte.

IL PROGRAMMA . Il concerto dell’1 luglio (ore 21) avrà dunque per protagonisti il pianista Andrea Rebaudengo e le percussioni di Simone Beneventi, impegnati anche in due prime esecuzioni assolute. Si tratta di Duals per percussioni e pianoforte di Ivan Fedele. «In “Duals” – precisa Fedele -, il pianoforte si confronta con specifiche sonorità delle percussioni, proponendo un’alchimia sempre nuova e diversa. Si alternano tamtam e campane a lastra; piatti; steel drum, cencerros e agogo (campanacci); vibrafono, campanacci, crotali e glockenspiel; gong cinesi a glissando e dobaci (ciotole tibetane). Tale dualità si declina così in una molteplicità di interazioni di qualità e di materiali sonori. Nel contempo la vasta composizione sottopone il suono anche a un’interessante dinamica spaziale: lungo le cinque stazioni duali, il percussionista migra infatti nello spazio, compiendo una rotazione tra le postazioni in cui lo attendono i diversi strumenti, a disegnare un percorso geografico tra culture musicali che moltiplica sul piano visivo la cangiante varietà “duale” del paesaggio sonoro». A seguire la prima esecuzione italiana di Drive per vibrafono e pianoforte dello stesso Fedele. Novità assoluta anche Enchére per pianoforte e percussioni di Maël Bailly. Inoltre il programma prevede la riproposizione di un importante lavoro del compositore greco Georges Aperghis, le Quatre pièces fébriles per pianoforte e marimba scritte nel 1995: «Giochi di specchi – sono le parole di Aperghis – tra il pianoforte e la marimba, dei giochi di risonanze o giochi tra attacchi secchi e la loro risonanza. Dei giochi nei quali ci si perde, non sapendo più chi è chi o cos’è cosa».

Domenica 2 luglio (ore 19.30) toccherà a Francesco Dillon al violoncello e a Emanuele Torquati al pianoforte eseguire alcuni brani classici di Beethoven e Schumann per violoncello e pianoforte in un ideale confronto con la musica d’oggi scritta per lo stesso organico. Nel programma dunque anche Memorie di tempesta del milanese Federico Gardella, brano scritto per il Festival di Musica Contemporanea di Venezia nel 2015 e che il compositore descrive con queste parole: «Osservare il tempo, come il monaco nel dipinto di Friedrich osserva il mare: è così che, in questo brano ho cercato di declinare il rapporto tra forma e memoria, tra tempo e dimensione atemporale del ricordo». Quindi verranno eseguite la prima italiana di Uriel (2012) di Matthias Pintscher e la prima esecuzione assoluta di Sfiori di Danilo Comitini, pianista e compositore nato a Derby (UK) nel 1986 ma con studi al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. «Sfiorare lo strumento, sfiorarsi nello spazio – precisa -. In continua ricerca l’uno dell’altro, pianoforte e violoncello si cimentano in un’intima coreografia al confine tra dialogo, ascolto reciproco e contatto fisico».

 

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

In Alto