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Goletta Verde promuove il mare pontino, ma boccia le foci di fiumi e canali

Tra i malati cronici d’inquinamento il Rio Santa Croce a Gianola E il sindaco Bartolomeo si arrabbia

LATINA – Sono le foci di fiumi e canali a preoccupare gli esperti di mare della Goletta Verde di Legambiente. “Dei ventitré punti monitorati lungo le coste laziali, più del 50% sono risultati con valori di inquinanti elevati e addirittura per nove di questi il giudizio è di “fortemente inquinato”, spiegano dall’imbarcazione, ma il giudizio negativo, ad eccezione  del Rio Santa Croce a Gianola di Formia, non riguarda Latina e la sua provincia. E tanto meno il mare che gode di buona salute.

Anche per Santa Croce (in sette anni nessun miglioramento sul fronte della depurazione) qualche riflessione va fatta. Il primo a farla, è stato proprio il sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo che, con un comunicato piccato, ha fatto  notare come non sia esattamente corretto assegnare al suo Comune il vessillo con il teschio facendo il prelievo nell’unico punto inquinato quando il resto del mare di Formia è dato per eccellente dalle analisi dell’Arpa. E come non sia corretto caricare solo sulle spalle di Formia l’inquinamento del  Rio Santa Croce  in cui scaricano anche altri Comuni che hanno goduto di giudizi diversi (vedi Gaeta e Minturno) grazie a prelievi fatti a Sant’Agostino e nel mare antistante la Spiaggia dei Sassolini. Come dargli torto?

Oggi comunque  Goletta Verde ha presentato tutti i dati dei campionamenti eseguiti sulla costa laziale compresa la Riviera dì’Ulisse “dove la presenza di microrganismi fecali è risultata quasi sempre entro i limiti”. Promosso dunque il mare pontino.

I punti in cui “non c’è alcun segno di miglioramento, anzi peggiorano di anno in anno sono infatti sono foci di fiumi e canali: la foce del Fosso Grande ad Ardea,  la foce del fiume Marta a Tarquinia, la  suddetta foce del rio Santacroce di Gianola – Formia; la Foce fiume Tevere a Ostia (sesto anno); c’è poi sempre ad Ardea la Foce del Rio Torto fortemente inquinata per la sesta volta in sette anni e, infine, a foce del canale Crocetta a Torvajanica (quattro anni). L’allarme rosso è a  Roma e provincia dove, quasi ogni fiume o rivolo scarica materiali fecali”.

“Il nostro monitoraggio, che come ripetiamo sempre non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali, anche quest’anno ci restituisce un’istantanea a tinte fosche per molte aree della costa laziale – dichiara Serena Carpentieri, responsabile Campagne di Legambiente -. Parliamo non a caso di malati cronici, situazioni critiche che segnaliamo in alcuni casi da più di sette anni, ma per le quali evidentemente nulla è stato fatto. Un problema, quello della cattiva depurazione che affligge purtroppo tantissime zone dell’Italia, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato, nonostante siano passati oltre dieci anni dal termine ultimo che l’Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi”.

“Con Goletta Verde oggi consegniamo la bandiera nera per la mancata depurazione a sette luoghi che per anni sono risultati inquinati e a tutte quelle amministrazioni comunali che, nel tempo, non hanno affrontato alcuno dei temi che la nostra campagna ha sollevato – commenta Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio -. A partire da Ardea e Tarquinia, passando per Anzio, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Formia e ovviamente Roma e con la pessima concentrazione di punti inquinati proprio nel litorale della provincia di Roma, tutti devono e possono realizzare un controllo maggiore degli scarichi abusivi e un monitoraggio responsabile della qualità del mare.

Scarsa infine l’informazione ai bagnanti con cartellonistica in spiaggia praticamente inesistente, mentre è alto il rischio per inquinamento da marine litter. “Su ben 20 dei 23 punti di campionamento – concludono da Goletta – , sono stati trovati rifiuti di tutti i generi, specialmente quelli di plastica, nel 100% dei casi. In sette di questi punti, si può parlare di discariche a cielo: materassi, alberi di natale, sedie di plastica, rifiuti ingombranti tutti rifiuti abbandonati in loco ma, soprattutto, trasportati dai fiumi in mare

 

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