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cronaca

37 persone indagate a Fondi dall’Antimafia per sfruttamento dell’immigrazione

Avevano creato una associazione per portare in Italia migliaia di stranieri da cui volevano da 10 ai 15 mila euro

FONDI – Associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. Con questa accusa la Polizia di Fondi su delega della Direzione Distrettuale Antimafia hanno notificato la conclusione delle indagini a 37 indagati che favorivano l’immigrazione di cittadini stranieri provenienti quasi tutti dal Bangladesh, ma anche dall’India e dal Pakistan. Sono accusati inoltre di contraffazioni, falsi ideologici e di aver indotto in errore pubblici ufficiali adibiti al rilascio di nulla osta di ingresso, visti di ingresso e rilascio di permessi di soggiorno. La complessa attività è durata circa tre anni e ha portato ad accertare l’esistenza di una vera associazione che operava nell’agro fondano, che favoriva l’ingresso di cittadini extracomunitari con regolare invio telematico da parte dei datori di lavoro, in realtà, è stato scoperto che le richieste di nulla osta erano fatte con il solo scopo di lucrare sui cittadini extracomunitari, i quali, per poter ottenere la richiesta nominativa da parte del datore di lavoro, indispensabile per il ritiro del visto d’ingresso, erano disposti a pagare ingenti somme di denaro, variabili dai 5000 ai 15.000 euro.

Una volta ottenuto sul passaporto l’apposizione del visto, lo straniero entrava ”apparentemente in regola” in Italia superando i controlli agli aeroporti, poi se ne perdevano le tracce. Le indagini hanno appurato che in un primo momento erano stati coinvolti ignari datori di lavoro di cui venivano contraffati i documenti; poi l’associazione si è avvalsa di datori di datori compiacenti. Il numero delle istanze inoltrate da ciascun datore di lavoro era talmente elevato da non trovare alcun fondamento né per la realtà produttiva locale né per il volume degli affari delle aziende coinvolte. Per poter superare i controlli degli Uffici competenti l’organizzazione era in grado di depositare tutta una serie di documentazione falsa che rendeva impossibile un efficace controllo da parte degli uffici competenti che rilasciavano parere positivo per ciascuna pratica. Durante le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono state vagliate le posizioni di circa 2000 stranieri. Il giro di affari dell’associazione sicuramente si aggirava intorno a diversi milioni di euro. Tra i 37 indagati ci sono soggetti già noti alle Forze di Polizia, datori di lavoro compiacenti dell’agro fondano, impiegati di patronati, un cittadino bengalese tra i promotori dell’associazione criminosa ed un cittadino indiano, entrambi residenti a Roma.

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