ASCOLTA RADIO LUNA ASCOLTA RADIO IMMAGINE ASCOLTA RADIO LATINA  

dopo le critiche

Casa dei papà a Latina, il Comune: “Misura di civiltà minima, e non importa il colore politico”

L'assessora al Welfare: "Un progetto per sostenere i genitori nel momento drammatico della separazione"

LATINA – Non ha fatto in tempo ad essere consegnato il primo alloggio ad un papà separato, dopo anni di storie all’italiana, occupazioni abusive di cui nessuno si era accorto fino al Commissario Barbato, di furti e di intralci di ogni genere, che per la Casa dei Papà di Latina già cominciano le prime critiche.  Ed è così che appare chiaro in maniera sconsolante come in tempi in cui la discordia assurge a valore, non si riesca ad essere trasversali e costruttivi nemmeno davanti ad un progetto importante, di aiuto in situazioni drammatiche, e soprattutto mai attivato prima di oggi a Latina.  Progetto ereditato sì dalle passate amministrazioni, ma lasciato in alto mare e proseguito con convinzione durante il commissariamento e poi dalla giunta Coletta, semplicemente  perché era un buon progetto (l’idea e i contatti necessari a realizzarlo erano stati dell’ex assessora e vicesindaco Patrizia Fanti). E tutto, nonostante il fardello di guai che si portava dietro, solo in parte alleggerito dall’ultimo commissario prefettizio.

Risponde l’assessora al welfare Patrizia Ciccarelli:  “Non sarebbe tempo di polemiche marginali come quella sollevata oggi su La Casa dei Papà. Interveniamo se non altro come informazione ai cittadini e magari, incidentalmente, per rispondere all’Associazione Gesef che ha sollevato diverse polemiche infondate oltre che marginali. Realizzata con appositi fondi regionali dalle precedenti amministrazioni, la Casa del Papà – dopo anni di fermo – è stata portata a termine da questa Amministrazione con la consegna del primo alloggio il 9 agosto scorso”.

LE POLEMICHE – “Il progetto, infatti – continua Patrizia Ciccarelli – è stato realizzato con notevoli economie e le spese sostenute, contrariamente a quanto dichiarato, si compongono sia della parte immateriale – vedi lo sportello a supporto della genitorialità, che è sostegno e non una “ingerenza” – sia di quella strutturale per l’allestimento degli spazi, quindi non solo arredo.

“Questa amministrazione – dichiara l’assessora Ciccarelli – aprirà con la Regione un confronto per evitare la restituzione dei finanziamenti ancora disponibili per utilizzarli per il proseguimento del progetto immateriale che non è assolutamente “rieducativo” ma di supporto perché il progetto è a sostegno di una particolare forma di povertà: quella economica sopraggiunta anche a seguito della separazione e quella affettiva derivante anche dalla impossibilità di una frequentazione quotidiana dei propri figli anche per la mancanza di luoghi idonei”.

Gli assegnatari vengono selezionati tramite bando aperto (http://www.comune.latina.it/wp-content/uploads/2018/07/avviso-pubblico-2018.pdf) e debbono essere in possesso di alcuni requisiti minimi relativi al reddito (in alcuni casi è prevista anche l’esenzione dal contributo richiesto) e al pagamento degli alimenti che deve essere in regola.

Requisiti minimi, dunque, per situazioni che non possono essere paragonate a quelle delle donne vittime di violenza e messe in sicurezza nelle case rifugio. Un passaggio è doveroso per il riferimento ai migranti: “Per quanto attiene la legge Bossi-Fini che è alla base dell’attuale sistema di accoglienza i fondi utilizzati sono quelli europei appositamente destinati”, afferma Patrizia Ciccarelli.

DI FRANCIA: PROGETTO SENZA COLORE – “La notizia sarebbe che, dopo anni di intoppi burocratici, si riesce – e non importa in questo caso il colore dell’amministrazione – ad aprire una struttura di sostegno ai genitori, specie quelli che rischiano la povertà dopo il dramma della separazione – afferma Silvio Di Francia, assessore alla cultura -. Una misura di civiltà minima in particolare verso quelli più fragili che sulla soglia della povertà vedono a rischio la genitorialità. Un segno, ancora insufficiente rispetto ai tanti bisogni, eppure un segno positivo. Meno positivo, anzi indecoroso, invece, il raffronto con i migranti (tirati in ballo oramai su qualsiasi argomento). Se si tratta di clandestini – ma questo lo sanno anche i bambini – non hanno diritto a nulla. Quanto ai sistemi di accoglienza, come lo SPRAR presente a Latina, si tratta di un sistema di protezione che dipende dallo Stato, regolato da leggi dello Stato, con regole dettate dallo Stato. Quello Stato verso il quale si chiede protezione e intervento, anche se a giorni alterni. Ma si sa, in certi casi vale il detto secondo il quale “Dio acceca chi vuol perdere”.

FRAGILITA’ DA SOSTENERE  – “Questa Amministrazione – conclude a nome di tutta la giunta Maria Paola Briganti, vicesindaco e assessora alla legalità – si sente chiamata in causa ogni volta che ci sono fragilità da sostenere, indipendentemente dagli schieramenti ideologici, a maggior ragione quando si inseriscono in un quadro istituzionale nazionale nel quale abbiamo fatto, e vogliamo continuare a fare, la nostra parte”.

 

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

In Alto