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Latina, lettera dei Trapiantati di fegato per la bimba libanese morta in volo

Il Presidente Mastrogiacomo: "Noi testimoni della solidarietà senza distinzioni di etnie, sesso, ideologie"

LATINA – Pubblichiamo qui, per condividerla con i lettori di questo sito che non abbiano avuto la possibilità di leggerla sui social, la lettera del presidente dell’Associazione Trapiantati di Fegato di Latina, Agostino Mastrogiacomo. La riflessione segue la triste vicenda che ha visto una bambina di due anni bisognosa di un doppio trapianto, spegnersi nel volo da Beirut a Roma, dove la attendevano organi disponibili: “Per noi trapiantati non ha alcuna importanza chi sia il donatore, a quale etnia appartenga, di quale sesso e a quale ideologia appartenga. Noi siamo testimoni viventi che la solidarietà, l’umanità non sono parole vuote …  la prova evidente che il progetto dell’umanità è la pace e la donazione, non c’e’ alcun senso in un’ altra direzione per nessuno che abiti e viva in questo mondo”.

La realtà guidata da Mastrogiacomo è intitolata alla memoria dell’avvocato Sese Caldarini

LA LETTERA – Latina 29 agosto 2018
Voglio esprimere tutta la mia personale costernazione e quella dei sostenitori dell’Associazione Trapiantati di fegato della Provincia di Latina “Sese’ Caldarini”, che ho l’onore di rappresentare come Presidente, per il doloroso episodio di ieri che ci ha raccontato la morte di una bambina Libanese di soli 8 anni, deceduta su un aereo che la stava trasportando qui, in Italia, per essere sottoposta ad un doppio intervento di trapianto di organo che le avrebbe salvato la vita.
Non ha potuto, il suo debole corpo ha ceduto durante il viaggio e la sua morte ha obbligato il pilota dell’aereo ad atterrare a Bari e non a Roma dove l’equipe medica stava attendendo il suo arrivo.
Per noi trapiantati non ha alcuna importanza chi sia il donatore, a quale etnia appartenga, di quale sesso e a quale ideologia appartenga.
Noi siamo testimoni viventi che la solidarietà, l’umanità, la corresponsione di amorosi sensi e la profonda civiltà dell’uomo e della donna non sono parole vuote ed astratte e che invece esprimono azioni e concetti veri e profondi.
Noi siamo la prova evidente che il progetto dell’umanità è la pace e la donazione, non c’e’ alcun senso in un’ altra direzione per nessuno che abiti e viva in questo mondo.
Imperfetto, pieno di contraddizioni, di debolezze e di odiose ed intollerabili prevaricazioni ed ingiustizie.
Me è un mondo che è in grado di attivarsi per salvare la vita di una bambina che era conosciuta solo dai suoi familiari e da pochissime altre persone rispetto a tutti coloro che volevano salvargliela, la sua vita.
A partire dal medico che ha cercato di contattare il servizio idoneo, a chi questo servizio lo ha concepito, al pilota dell’aereo e a suoi collaboratori, alla straordinaria capacità dei nostri medici ITALIANI e di tutto il personale pronto a collaborare in regime di urgenza, senza mai dimenticare chi ha espresso in vita , un certo giorno ed in piena libertà, la sua volontà a donare i propri organi in caso di morte cerebrale.
Lo hanno fatto con la consapevolezza che avrebbero salvato la vita o anche la qualità della vita di chiunque ne avesse avuto BISOGNO, senza distinzione alcuna.
In questo senso sono certo di interpretare quello che batte e vive nel cuore della stragrande maggioranza delle persone, soprattutto di coloro che immaginano di non aver mai bisogno della solidarietà di qualcun’altro a lui, lei, del tutto sconosciuto.
Perchè la vita è sacra e meravigliosa.
Agostino Mastrogiacomo

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