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L’ombrello: un oggetto dai mille utilizzi

Con l'arrivo della stagione delle piogge

“La stagione dell’amore viene e va…” cantava nel 1983 Franco Battiato, ma anche la stagione delle piogge non scherza mica. Lo dimostra questo agosto piovoso come non se ne vedevano da anni.

Ed ecco che entra in scena un oggetto irrinunciabile: l’ombrello.

Eppure, udite udite, l’ombrello è nato non per proteggere dalla pioggia bensì dal sole. I primi a farne il suddetto uso pare siano stati i Cinesi, nel XII secolo a.C., seguiti a ruota da Egizi e Babilonesi. Nell’estremo Oriente l’ombrello per ripararsi dal sole era un segno di nobiltà, tanto è vero che veniva sfoggiato solo dai nobili. Nell’Ottocento, con lo stesso utilizzo, l’ombrello rappresenta insieme a borsa e cappello un accessorio segno dell’emancipazione della donna, in quanto legato alla vita “libera”, all’aperto, lontana dalle mura domestiche.

L’ombrello come parapioggia, invece, risale all’età romana.

Scomparso di lì a poco, fa poi ritorno in Italia alla fine del XVI secolo.

A distanza di cinque secoli, dell’ombrello, se ne fa l’uso più disparato; è il caso, ad esempio, dell’“Euroflora”, la celebre manifestazione floreale tenutasi a Genova gli scorsi aprile e maggio: per l’occasione le strade della città sono state tappezzate di ombrelli colorati sospesi in aria.

Al termine della manifestazione, i 3500 ombrelli utilizzati per abbellire le strade sono stati smantellati e destinati ad una buona causa: con un contributo minimo a partire da 5 euro è stato possibile “adottarne” uno; e il ricavato dell’operazione “Ombrelli per il Gaslini” è andato appunto all’ospedale pediatrico Gaslini.

E cosa dire dell’ombrello-cappello di Fendi? Sdoganato sulla passerella della collezione menswear Autunno-Inverno 2018/19 (anche se ad essere onesti lo avevamo già visto sulle teste dei turisti giapponesi bisognosi di ripararsi dal sole tenendo le mani libere), è già un oggetto irrinunciabile per i fashionisti più impagabili. Un po’ meno “impagabile” l’oggetto stesso, che può essere acquistato anche sul sito degli stilisti alla modica cifra di 280 euro.

Ma c’è un modo per risparmiare e, contestualmente non restare indietro rispetto alle falcate della storia dell’ombrello e, in più, farsi conoscere: si tratta degli ombrelli personalizzati, ovvero gli ombrelli con la stampa del luogo della propria azienda.

Un ottimo modo per fare pubblicità alla propria attività, considerando -anche- quanto detto sopra, ovvero che l’ombrello è fondamentale per ogni stagione e con ogni condizione climatica, ed è ormai diventato un oggetto “fashion”, addirittura al servizio delle più importanti case di moda italiane.

Se dunque ci si vuole distinguere, l’opzione “ombrello personalizzato” rischia di essere una soluzione parecchio vincente.

Oltre che molto più economica di tanti altri utilizzi.

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