TERRACINA – E’ accaduto ancora, questa volta a Terracina. Un uomo indiano si è presentato al pronto soccorso del Fiorini per farsi medicare ferite causate da pallini sparati presumibilmente ad aria compressa contro di lui. Tre l’hanno raggiunto all’addome mentre pedalava sulla Mediana, all’altezza di via Badino Vecchia. A puntare l’arma ad altezza uomo, domenica sera, uno sconosciuto che l’immigrato, un operaio di 40 anni, ha riferito di non conoscere. Un fatto grave, ancora più grave, se si dovesse appurare – e su questo sono in corso le indagini dei carabinieri della compagnia guidati dal capitano Margherita Anzini – che i due non si conoscevano e che dietro l’episodio ci sia l’aggravate dell’odio razziale. L’uomo che ha sparato è comunque attivamente ricercato.
FARE I FORTI CON UN FUCILE – Intanto una considerazione va fatta: tanti idioti, tutti insieme a fare la stessa cosa, non si erano mai visti. Non è sintomo di salute, e di stabilità mentale, voler provare la propria forza contro persone inermi, magari avendo comprato di proposito un’arma o avendone rispolverata una che non si sapeva nemmeno più di avere, usata più appropriatamente in passato, magari, per sparare a barattoli vuoti in aperta campagna.
Qual è il motivo che spinge dei ragazzi come a Latina Scalo e ad Aprilia, a compiere gesti che li assimilano a delinquenti? Perché si imbraccia un fucile o una pistola ad aria compressa e si sparano piombini o gommini contro persone inermi che tornano o vanno al lavoro o aspettano il bus alla fermata e che, guarda caso, hanno tutti una pelle colorata, diversa da quella bianca?
Finirà per non fare più notizia il tiro al bersaglio che sta contagiando tanti, in tanti luoghi d’Italia? Vorrà dire essere arrivati davvero troppo in basso. In provincia di Latina oggi siamo a tre episodi. Troppi. E senza considerare nel novero altri e più gravi fatti di giustizia fai-da-te.
