LATINA – Cinquanta malati terminali da assistere ogni giorno, nella sede in Viale XXI Aprile o a domicilio, tra Latina, Pontinia, Sabaudia e i Monti Lepini. Se ne occupano trenta operatori specializzati: medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti, e un operatore shiatsu, oltre a venti volontari che hanno seguito un corso di formazione. Una realtà quella dell’Hospice San Marco che opera in convenzione con il servizio sanitario nazionale, nata per offrire cure palliative a chi sta concludendo la propria vita a causa di una malattia oncologica o cronico-degenerativa, e per dare sostegno ai familiari.
“Siamo nati nel 2009, quest’anno è il 2019, in dieci abbiamo seguito 4000 persone”, spiega Michela Guarda coordinatrice della struttura e presidente dell’Associazione Hospice San Marco che ha fatto il punto in un convegno che si è tenuto venerdì 27 settembre nell’aula Magna del Liceo Scientifico Grassi.
“L’equipe è la vera forza e linfa del servizio. Al di là della complessità assistenziale, questo non è un lavoro come gli altri, perché gli operatori sono a contatto costante con la sofferenza delle persone e dei loro cari. Credo sia importante che questa cosa venga riconosciuta – spiega Michele Guarda che a proposito del fine vita aggiunge – Siamo qui per dare vita ai nostri pazienti e non per dare più giorni alla loro vita, nel modo più naturale possibile. far vivere i pazienti fino alla fine non accorciando e non allungando il percorso. In questo le cure palliative sono essenziali”
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“Benedetto chi allevia la sofferenza”, ha detto nel suo intervento il vescovo della Diocesi di Latina, Mariano Crociata esprimendo gratitudine all’Hospice San Marco “per la sua preziosa presenza nel panorama dei servizi su cui contare nel nostro territorio”, ringraziando “il personale specializzato” e “tutti coloro che hanno permesso a questa struttura di essere fondata e di funzionare in maniera così efficiente come i dieci anni trascorsi mostrano”. Il Vescovo si è anche soffermato su due temi delicatissimi della vicenda umana: la sofferenza e la libertà. “Sulla prima c’è poco da dire, se non che tutto quanto si fa per alleviarla è benedetto, sul tema della libertà mi limito a chiedermi …. se la richiesta di porre fine alla propria vita da parte di persone in condizioni estreme non sia l’effetto di una desolazione e di un abbandono senza speranza, più che la lucida ponderata decisione di farla finita”.
CHI C’ERA – Il convegno è stato aperto dall’ “Alleluja” di Cohen eseguita dal giovane violinista Gioel Paparcone e dai saluti del sindaco di Latina, Damiano Coletta, che ha ricordato come il nostro Paese viva grazie alla gente che si adopera per gli altri. A raccontare i primi dieci anni di vita della struttura, il video firmato Enrico de Divitiis (con il montaggio di Flavio Cammerano), che attraverso interviste e riprese, racconta il lavoro svolto quotidianamente dall’equipe multidisciplinare dell’Unità di Cure Palliative Hospice San Marco di Latina.
Presenti all’appuntamento di venerdì anche Belardino Rossi, Presidente Coordinamento aziendale della Rete Locale di Cure Palliative ASL di Latina, che ha sottolineato come il futuro delle Cure Palliative non saranno solo gli hospice, ma il lavoro di rete svolto insieme ad altre strutture come gli ospedali, i distretti sanitari e il domicilio dei pazienti, che contribuirà a dare maggiore comunicazione per il trattamento della terapia del dolore non solo per i malati oncologici. Gerardo Saggese, direttore Sanitario della Clinica San Marco ha ricordato che in questi anni di attività è stata rivoluzionata la realtà della Clinica San Marco, alzando il livello di qualità delle prestazioni erogate. Carlo Medici, Presidente della Provincia di Latina, ha ribadito che c’è ancora molta strada da fare sulla conoscenza delle cure palliative, pertanto è necessaria una maggiore collaborazione tra medici di famiglia e medici palliativisti per poter raggiungere maggiori obbiettivi e migliorarne i risultati.
Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Latina, Giovanni Righetti, ha sottolineato l’importanza del significato di lavorare e cooperare insieme tra l’equipe dell’Unità Operativa di Cure Palliative e la famiglia del paziente. Ricordando che “Questa è la forza vincente per poter raggiungere maggiori e migliori obiettivi.” Annunziata Piccaro, Presidente, Ordine delle Professioni Infermieristiche di Latina, ha ricordato che la scelta primaria per il paziente terminale è quella domiciliare, per questo si deve fare tutto quanto sia possibile perché tutto ciò si possa realizzare. A seguire il saluto di Loreto Bevilacqua, Direttore Dipartimento Assistenza Primaria, che ha ricordato l’importanza della formazione università per i medici palliativisti e di Giuseppina Carreca, Direttore Distretto 2 ASL di Latina, che ha evidenziato quanto è stato già fatto in 10 anni di attività in ambito di cure palliative. Maria De Meo, Dirigente UOSD terapia del dolore e Cure Palliative di Latina, ha parlato del progetto in corso della formazione di nuovi medici palliativisti. Enzo Veltri, Responsabile della UOC di Oncologia Medica dell’Ospedale S.M. Goretti di Latina, che ha ricordato che non è facile gestire una malattia oncologica sottolineando l’importanza di cooperare con i medici palliativisti interfacciandosi con loro per ottenere i migliori risultati possibili per i malati terminali. E’ seguito l’intervento di Domenico Russo, Responsabile Medico Unità di Cure Palliative
I lavori sono proseguire con la tavola rotonda, moderata dalla giornalista e conduttrice Rai, Benedetta Rinaldi, sul tema “Dove vanno le cure palliative in Italia” dove sono intervenuti, Massimo Angelelli, Direttore Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della CEI, che ha evidenziato che la vera libertà di una persona sta nella possibilità che ha nel poter scegliere tra diverse azioni. E’ fondamentale prendersi cura della intera persona, tra corpo-anima e psiche. Francesca Bordin, Responsabile Unità di Cure Palliative Hospice INI Grottaferrata, ha sottolineato che la realtà delle Cure Palliative in Italia ancora non si è uniformata. Ci sono regioni in Italia che dove gli hospice non sono ancora presenti. Occorre ancora lavorare e impegnarsi molto per diffondere la cultura delle Cure Palliative. Chiara Mastroianni, Infermiera Responsabile Formazione ANTEA associazione, ha evidenziato il ruolo dell’infermiere in ambito palliativistico, un ruolo professionale che oltre a somministrare cure, coordina l’intera organizzazione con il resto dei componenti dell’equipe multidisciplinare. Domenico Russo, Responsabile Medico Unità di Cure Palliative Hospice San Marco, ha ribadito il ruolo del medico palliativista, non è soltanto colui che tratta bene il paziente, ma deve essere uno specialista di alto livello che assiste il malato per tutto il suo corso della malattia.
I lavori si sono conclusi con la Lectio Magistralis “Il mondo delle Cure Palliative” di Adriana Turriziani, medico specialista in Radioterapia Oncologica, già Responsabile della UOSA Cure Palliative presso l’Ospedale Agostino Gemelli di Roma. Ha ricordato che esse sono una disciplina clinica riconosciuta a cui i pazienti dichiarati terminali devono poter accedervi, senza trascurarne gli aspetti fondamentali della solitudine, sofferenza e dolore del paziente terminale.