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operazione certificato pazzo

Certificati falsi per ottenere pensioni di invalidità, lo scandalo di uno psichiatra della Asl di Fondi: 11 arresti, 70 indagati

Con Antonio Quadrino bastavano 100 euro e si usciva anche dal carcere

LATINA –  Cento euro per i certificati falsi di invalidità, quaranta euro per quelli di idoneità alla caccia e al porto d’armi. Era il listino prezzi di Antonio Francesco Maria Quadrino, medico arrestato oggi per corruzione, considerato al vertice della truffa scoperta dai Carabinieri del Nas di Latina guidati dal Comandante Felice Egidio nell’operazione “Certificato Pazzo” che ha portato in carcere anche altre otto persone e due ai domiciliari. Tra questi ultimi figura il nome del comandante della Polizia Municipale di Monte San Biagio. Settanta sono gli indagati.

“Non una organizzazione criminale –  hanno spiegato i Carabinieri in conferenza stampa –  ma un modus operandi ormai radicato che avveniva quasi alla luce del sole, e sopratutto in luogo pubblico. Il medico, infatti, produceva questi certificati nel suo orario di lavoro presso il Centro di Salute Mentale dell’ospedale di Fondi. In un solo mese di indagine ne sono stati rilasciati 150 per 70 diversi falsi pazienti. Un sistema ormai diffuso attraverso il quale venivano favoriti anche detenuti che riuscivano ad ottenere così gli arresti domiciliari o permessi speciali per visite mediche che in realtà non venivano mai eseguite”.

Il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza ha spiegato che l’ordinanza odierna è solo la punta dell’iceberg: “Il numero di persone che si rivolgeva al medico della Asl di Fondi è molto rilevante, non si tratta di singoli, ma di persone che arrivavano al professionista tramite rappresentanti di categoria e patronati, Arcicaccia e ordini professionali. Tra gli arrestati, infatti, figura anche un avvocato del Foro di Latina. Il medico si metteva a completa disposizione di chi voleva truffare lo Stato ottenendo i falsi certificati. Arrivava perfino a spiegare i sintomi della falsa patologia e a prescrivere medicine pagate dal servizio sanitario nazionale – raccomandando di non assumerle – per rendere credibile il profilo del paziente quando doveva sostenere la visita davanti alla commissione dell’Inps”.

“Spesso chi doveva ottenere il certificato, non si presentava direttamente dal dottore, ma mandava altre persone – ha spiegato il comandante del gruppo tutela della salute del Nas di Roma, Erasmo Fontana – un fatto particolarmente grave sopratutto per l’idoneità all’utilizzo delle armi. Quindi non è importante solo l’aspetto corruttivo del sistema, ma è messa in discussione anche l’affidabilità del servizio sanitario nazionale”. Ecco perché in questi giorni sono state sequestrate già 104 armi indebitamente detenute e alcuni indagati si sono presentati spontaneamente questa mattina ai carabinieri del Nas.

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I CASI – Tra i vari casi analizzati dai Carabinieri del Nas figurano ad esempio, la falsificazione di un’intera cartella clinica che è stata completamente riscritta, a partire dal 2012, ovvero da quando chi ha pagato, avrebbe dovuto avere i sintomi di una malattia per poter accedere alla pensione di invalidità. Non solo: i Carabinieri hanno scoperto nella disponibilità di un detenuto ai domiciliari, il timbro del medico che il carcerato poteva utilizzare a suo uso e consumo.

L’indagine si è avvalsa di attività tecnica video e audio, ma anche di indagini tradizionali e ora proseguirà per accertare quanti di quei falsi certificati sono andati a buon fine presso le commissioni Inps e presso la Prefettura per il rilascio del porto d’armi. “E’ strano constatare come la pubblica amministrazione non si sia resa conto di quanto accadeva”,  ha detto il Procuratore Aggiunto, Carlo Lasperanza.

Da alcune intercettazioni dell’operazione Astice che ha scoperchiato il sistema corruttivo all’interno del carcere di Latina, sono emersi elementi che hanno dato il via alle indagini, Infatti uno degli arrestati, Massimiliano Del Vecchio, figura in entrambe le operazioni.

GLI ARRESTATI  – Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip Giuseppe Cario nei confronti di : Antonio Francesco Maria Quadrino; Silvana Centra; Massimiliano Del Vecchio; Stefania Di Biagio; Antonio Di Fulvio; Bruno Lauretti; Mary Lombardozzi; Fausta Mancini; Tania Pannone.  Ai domiciliari invece Aldo Filippi e Tommaso Rotunno. I reati contestati a vario titolo, sono corruzione, falso ideologico, interruzione di pubblico servizio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, truffa ai danni dello Stato e false attestazioni o certificazioni.

 

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