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dopo 14 mesi

Omicidio Desireé, comincia il processo. La mamma Barbara: “Contro la droga non abbiamo strumenti”

Salia ha chiesto scusa e ritirato la denuncia per abbandono di minore sporta nei confronti della famiglia

(la foto è stata pubblicata dalla mamma di Desireé sul suo profilo Fb)

LATINA – Ha preso il via oggi a Roma il processo per l’omicidio di Desirée Mariottini la sedicenne di Cisterna stordita con un mix di droghe e psicofarmaci, poi violentata e lasciata morire in uno stabile abbandonato del quartiere San Lorenzo di Roma la notte tra il 18 e il 19 ottobre dello scorso anno.

“Cercavo di salvarla, trovavo solo indifferenza –  ha detto la mamma Barbara in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica – Forse adesso la denuncerei, ma è facile dirlo a posteriori. La verità è che contro la droga non abbiamo strumenti”. Nell’intervista Barbara Mariottini parla anche della scelta forse sbagliata di mandare a scuola a Latina la ragazza, che era fragile. La frequentazione quotidiana della zona delle autolinee “è lì che ha incontrato amicizie sbagliate”.

Durante l’udienza del processo nell’aula bunker del carcere di Rebibbia a San Basilio la donna si è trovata di fronte i quattro uomini accusati di essere gli assassini della figlia: Yusif Salia, Mamadou Gara, Brian Minteh e Chima Alinno. Contro di loro le accuse di omicidio volontario e violenza sessuale di gruppo, cessione di sostanze narcotiche e psicotrope. Secondo l’accusa sostenuta dai pm Stefano Pizza e Maria Monteleone, consapevolmente e ben conoscendo gli effetti letali che su Desireé potevano avere quelle sostanze sommate tra loro, i due spacciatori senegalesi, il nigeriano e il ghanese, la vollero ridurre all’impotenza per poterne abusare e lo fecero. Poi impedirono ai presenti di chiamare i soccorsi quando era evidente che la minorenne stava agonizzando.

Nell’aula Bunker del carcere romano di Rebibbia è stata accolta la costituzione di parte civile dell’associazione Telefono rosa. Durante l’udienza uno degli imputati, Salia ha reso anche  una dichiarazione spontanea chiedendo scusa e ritirando la denuncia sporta nei confronti della famiglia Mariottini per abbandono di minore. Prossima udienza il 15 gennaio.

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