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la polemica

Bus a Latina, Lega e FI accusano: “Aumenti del 50%”. Ma studenti e pendolari risparmiano molto

Il ticket singolo inoltre resta nella media italiana delle città capoluogo di provincia

LATINAE‘ polemica da parte delle opposizioni a Latina per l’aumento dei biglietti singoli dei bus cittadini il cui costo a partire dal 1° gennaio è salito da 80 centesimi a un 1,20; quello per il ticket da 100 minuti da 1,20 a 1,40; e quello acquistato a bordo  da 1,50 a 2,30. “Aumenti di oltre il 50%, un bel regalo ai cittadini – rimarcano Massimiliano Carnevale della Lega e  Giovanna Miele di Forza Italia –   Un “colpo” che la giunta aveva già cercato di piazzare in passato  – aggiungono – ma che solo la ferma opposizione delle minoranze aveva evitato”.

Bene: premesso che gli aumenti non fanno piacere a nessuno, vediamo però chi ci guadagna e chi ci rimette.

CHI RISPARMIAA ben guardare, la rimodulazione è a tutto vantaggio degli utenti abituali  del trasporto pubblico, cioè di quelli che servendosene abitualmente lo hanno incluso tra le spese fisse mensili o annuali, come i genitori di studenti, i lavoratori senza auto e i pendolari che lo cumulano all’abbonamento del treno. L’aumento infatti interessa solo chi compra sporadicamente il biglietto, in genere poche corse l’anno (altrimenti farebbe l’abbonamento) e che, nell’arco dei 12 mesi, si troverà a spendere al massimo qualche euro in più,  mentre a risparmiare sono gli abbonati che viaggiano tutti i giorni sui mezzi pubblici.

Se infatti restano invariati gli abbonamenti mensili (17 euro il ridotto per studenti e over 65, gratuito per chi ha un Issee sotto i 10 mila euro e 34 euro per l’intero), chi acquisterà un annuale risparmierà fino a 120 euro l‘anno (286,70 l’intero e €. 143,35). Dunque, si potrebbe dire che i rincari dei biglietti per gli utenti sporadici abbiano “finanziato” quelli dei passeggeri fissi. La rimodulazione  – come avviene nelle città virtuose – inoltre è un modo per incentivare gli spostamenti con i mezzi pubblici a svantaggio dell’auto privata: visto che abbonandomi risparmio, mi conviene prendere i mezzi pubblici.

DUE CONTI – Volendo fare anche due conti, con l’introduzione dell’abbonamento annuale (prima non disponibile e vera novità) chi lo acquista intero, per ammortizzarlo, ha bisogno di fare almeno 239 viaggi che, andata e ritorno, significano 120 giorni ovvero un giorno ogni tre. Quindi, 10 volte al mese su 30 giorni.

Per gli studenti, vale lo stesso: a fronte di un abbonamento ridotto a 143 euro circa, perché diventi conveniente comprarlo, serviranno 60 viaggi che fanno un’andata e un ritorno ogni 6 giorni. Chi va a scuola, per esempio, visto che deve per legge  frequentare circa 200 giorni l’anno, con il vecchio biglietto da 80 centesimi avrebbe speso 160 euro circa, più dell’annuale scontato. Anche l’abbonamento mensile da 17 euro (che resta identico) è meno conveniente: per 9 mesi i ragazzi spenderebbero 153 euro, mentre con quello annuale 143, e, oltre ai dieci euro in meno, avrebbero il vantaggio di poterne usufruire anche nei mesi estivi, per esempio per andare al mare.

Per quanto riguarda i lavoratori  che viaggiano 12 mesi l’anno (11 i più  fortunati che hanno un mese consecutivo di ferie) si passa da 408 a 286 euro con un risparmio del 30%, 120 euro che resteranno nelle tasche degli utenti.

NELLE ALTRE CITTA’ – C’è poi da notare che il biglietto singolo del bus a Latina è ancora oggi, con i rincari vigenti dal 1° gennaio 2020, perfettamente nella media italiana. Tralasciamo le grandi città dove arriva a costare anche 2 euro, e facciamo un veloce giro tra le città di dimensioni simili a quelle del capoluogo pontino, come Parma per esempio, dove costa 1,50, o Verona 1,30, o Trento 1,20, più cara Piacenza 1,50, meno cara a Pescara dove costa 1,10 euro.

IL SERVIZIO – Da tenere monitorato è invece il servizio e la percorrenza: la puntualità è essenziale per chi viaggia per raggiungere il luogo di lavoro o la stazione, così come l’informazione ai passeggeri e le tratte in un territorio per buona parte agricolo come quello del comune di Latina (pari per estensione ma non per densità a quello di un grande comune come Napoli), non sempre riescono a soddisfare l’utenza.

 

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