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aveva 50 anni

Latina, scompare l’uomo del lavoro a maglia, Corrado Tataan Tangucci

Nel capoluogo l'incontro con un gruppo di appassionate e il progetto del garagetto

LATINA – Mi ero riproposta più volte di andarlo a trovare per conoscerlo e poi raccontare qui, su questo sito, della  sua curiosa passione, insolita in un uomo: il lavoro a maglia. A Latina aveva trovato corrispondenza in un gruppo di appassionate di ferri, lui il maestro, loro le allieve che consigliava e indirizzava, e aveva poi realizzato il progetto di una sede, “il garagetto”, un piccolo locale autofinanziato per incontrarsi il sabato e lavorare insieme a maglia. Ne sono usciti veri capolavori: scialli multicolore, maglioni, cappellini e anche calzini, ai quali avrebbe voluto dedicare alcune lezioni speciali, gratuite naturalmente, perché sono difficilissimi. Invece, quelli cominciati da Carolina, resteranno incompiuti, perché Corrado Tangucci (Tataan) si è spento improvvisamente ieri, all’età di 50 anni, nel suo ufficio dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma.

Apparteneva all’Associazione Magliuomini (che raccoglie uomini che fanno la maglia) e si è battuto a lungo contro gli stereotipi di genere: non gli interessava se il lavoro ai ferri è considerato da tutti “roba da donne”. “Mi sono accorto  grazie alla mia associazione –  diceva  – che non sono unico né raro perché in Italia e nel mondo ci sono tantissimi uomini che lavorano a maglia, e ho capito che non c’è cosa più bella che poter scegliere il proprio hobby o il proprio lavoro a prescindere dal giudizio degli altri”.

Per la ripresa autunnale, Corrado aveva inviato alle sferruzzatrici di Latina un pattern per realizzare uno scialle collettivo, simbolo di rinascita e di collaborazione. “Mi è difficile trovare le parole, parlarne al passato poi..  Corrado era persona adorabile, buono, generoso, competente, curioso, colto e ironico”, racconta Pina Di Viccaro che a Latina ha costruito con lui, passo dopo passo, il progetto del “garagetto”, inaugurato a ottobre scorso e chiuso in inverno per il lockdown. “I nostri incontri non si erano interrotti ed erano proseguiti prima via web e poi all’aria aperta per rispettare le distanze di sicurezza. Aspettavamo con ansia l’autunno per riprendere la lana, perché il cotone non ci dà la stessa soddisfazione. Senza di lui non sarà più lo stesso”.

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