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lutto a Latina

La scomparsa di Pennacchi, il sindaco Coletta: “La città gli dedicherà un luogo importante”

Il collaboratore Massimiliano Lanzidei: "E' come svegliarsi senza il palazzo comunale"

LATINA – Il sindaco di Latina Damiano Coletta ha proclamato lutto cittadino domani (giovedì 5 agosto) nel giorno dei funerali di Antonio Pennacchi, lo scrittore che ha saputo raccontare Latina più di ogni altro, facendo della Bonifica un romanzo straordinario, con il suo capolavoro, Canale Mussolini.  (la foto è stata gentilmente concessa da Geraldine e Brusca e ritrae lo scrittore nell’ordine con Graziano Lanzidei,  Massimiliano Lanzidei e Mirca Ruggeri disegnatrice di Canale Mussolini)

La famiglia dello scrittore ha accolto la proposta del Comune di Latina di consentire alla città di salutarlo con una camera ardente che sarà allestita nel Museo Cambellotti alle 17,30 di oggi pomeriggio (e non 15:30 come stabilito inizialmente) e fino alle 21,30. Poi l’ultimo saluto nella Cattedrale di San Marco giovedì alle 10,30.

IL SINDACO –  “Ha raccontato la nostra storia divenendo storia a sua volta” – ha detto Damiano Coletta intervenendo questa mattina su Radio Immagine e anticipando che “un luogo importante della città dovrà essere intitolato a lui”.

IL COLLABORATORE: “ANTONIO UN PEZZO DI LATINA” – Esprime tutto il suo dolore, ma anche la riconoscenza e l’amicizia, Massimiliano Lanzidei,  il suo più stretto collaboratore da molti anni a questa parte e che ha parlato di un lutto collettivo. “Antonio era Latina, per lui Latina era tutto, oggi è come svegliarsi e non trovare più il Palazzo del Comune, abbiamo tutti perso un parente”, ha detto. La sua natura burbera, ma anche l’umanità, la paura del covid, il vaccino e poi il fulmine a ciel sereno. Questo il suo ricordo su Radio Immagine

IL RICORDO DI SILVIO DI FRANCIA – “La scomparsa di Antonio Pennacchi mi lascia senza parole. Antonio mi ha guidato, in questi tre anni, per le strade di Latina spiegandomi luoghi e caratteri della città. A volte mi chiamava – sempre alla stessa ora, verso le 18 – poiché lui scriveva di notte, e dormiva di giorno fino all’ora, appunto, della passeggiata. E poi le chiacchierate sugli eucalipti, sulla marina che voleva dipinta di bianco, sulle ossa dei Neanderthal e, immancabilmente, sulla Roma. Alla fine l’unica cosa che mi preme dire è che ho perso un amico. Sono consapevole che Antonio Pennacchi è molto di più per la letteratura italiana, ma in questo momento sono le uniche cose che mi vengono in mente”, ha voluto salutarlo così l’assessore alla cultura Silvio Di Francia che lo aveva voluto in più occasioni accanto a sé.

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