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l'ultimo omaggio

Il feretro di D’Amico accolto al Cambellotti tra sciarpe e bandiere biancocelesti

Gianfranco Mannarelli: "Era sicuro di farcela, non voleva dare dolore alla famiglia"

LATINA – Si è aperta questo pomeriggio alle 15, al Museo Cambellotti in Piazza San Marco a Latina, la camera ardente per Vincenzo D’Amico, il calciatore di Latina scomparso sabato all’età di 68 anni. Un momento di raccoglimento ulteriore quello di oggi pomeriggio, dedicato alla città che lo ha visto nascere e diventare il campione che è stato. Lo ha voluto la famiglia dell’atleta.

A Latina, dopo l’omaggio al feretro in Campidoglio e il funerale celebrato questa mattina a Roma nella Chiesa della Gran Madre di Dio dove si sono ritrovati oltre 2.000 tifosi, D’Amico viene salutato al Cambellotti dove la bara ricoperta di fiori bianchi, con la storica maglia dell’anno in serie B, è stata circondata da bandiere e sciarpe della Lazio, ai piedi un cuscino di fiori biancocelesti. Atteso a minuti l’arrivo della sindaca Matilde Celentano.

“Ci siamo sentiti tanto da quando si era ammalato, ci mandavamo un video messaggio. Non si abbatteva mai, era sicuro che ce l’avrebbe fatta. se ho fatto calcio lo devo a lui che mi ha insegnato tanto”, ha commentato al microfono di Domanico Ippoliti, l’ex attaccante ed ex dirigente nerazzurro Gianfranco Mannarelli.

Da Gianluca Atlante, giornalista sportivo e amico storico di Vincenzo D’Amico, il ricordo di una partita a tennis: “Io ero forte, ma alla fine vinse lui”.

«Quella di Vincenzo è una grave perdita – ha detto oggi durante le esequie il presidente del club biancoceleste Claudio Lotito -. D’Amico ha fatto la storia del nostro club entrando nel cuore dei tifosi. È stato un punto di riferimento. Volevo essere presente perché la nostra storia non deve essere dimenticata. Deve restare un esempio anche per il futuro, per l’attaccamento che ha sempre dimostrato».

Domani a Latina sarà lutto cittadino, in occasione dell’ultimo saluto che si terrà nella chiesa di Santa Maria Goretti, alle 10.

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