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operazione Rally

Auto rubate in tutta Italia, nel giro ci sono anche padre e figlio di Aprilia

I due secondo quanto emerso dalle indagini avrebbero il ruolo di ricettatori

APRILIA – Auto rubate in tutta Italia e nel giro ci sono anche due pontini. Padre e figlio di Aprilia sono finiti nella rete dei carabinieri nell’operazione Rally che ha interessato le province di Trento, Bologna, Forlì-Cesena, Latina e Roma.

ASSOCIAZIONE FINALIZZATA AI FURTI – I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trento, con la collaborazione dei reparti territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 8 persone (2 albanesi, 1 colombiano, 1 ucraino, 4 italiani) ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere  finalizzata ai delitti contro il patrimonio tra cui  furti e ricettazione di autoveicoli.

L’indagine, avviata a gennaio 2018 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Trento successivamente a un primo furto di 3 autovetture avvenuto presso un concessionario di questa Provincia, ha permesso di individuare e smantellare un’organizzazione criminale dedita al furto di autovetture presso concessionarie e abitazioni private.  I diversi furti venivano perpetrati con la collaborazione di un basista, le autovetture asportate dagli esecutori materiali venivano poi consegnate, previ accordi, a soggetti ricettatori italiani stabili nella provincia romagnola e romana, nonché consegnate all’estero presso ricettatori sloveni.

LE AUTO DA RUBARE INDICATE DAI RICETTATORI – La particolarità del sodalizio – spiegano in una nota gli investigatori –  consisteva nel procurare i veicoli a seguito della richiesta esplicita del ricettatore il quale indicava il modello del veicolo di interesse. Il gruppo a seguito di sopralluoghi individuava l’obiettivo grazie al “basista” e dopo varie ricognizioni eseguiva il furto.  Tra queste dinamiche, sono risultate strategiche anche due concessionarie laziali, facenti capo a due degli indagati (padre e figlio), che avevano il ruolo di ricettatori. Il promotore è stato individuato in un pregiudicato albanese che, durante la sua permanenza in carcere, sfruttava i permessi premio per la perpetrazione dei colpi. Era proprio quest’ultimo che si occupava del reclutamento dei soggetti autori materiali dei furti, pregiudicati recidivi tra cui anche minorenni.

Gli investigatori dell’Arma grazie alla loro articolata indagine hanno documentato le modalità di individuazione degli obiettivi, nonché tutte le fasi del furto e la successiva fase di ricettazione, contestando agli associati 11 furti di cui 2 tentati commessi dal 2018 al 2022 nelle province di Trento e Bologna per un totale di 15 tra autovetture e motocicli. Grazie ad una lunga e meticolosa attività di analisi di tabulati telefonici, di osservazione e riscontro, anche avvalendosi di attività tecniche di intercettazione, i Carabinieri sono riusciti a ricostruire puntualmente i movimenti dei consociati e definire la gerarchia interna del sodalizio, le modalità di gestione e controllo dei furti sul territorio, delineando i profili organizzativi della struttura.

CAMBI DI TARGA CONTINUI – Tra le caratteristiche del “modus operandi” del sodalizio criminale sono emersi particolari accorgimenti del gruppo tra cui il continuo cambio targa ai veicoli per depistare le Forze dell’Ordine, percorrere strade secondarie prive di videosorveglianza, utilizzo dei mezzi pubblici per raggiungere gli obiettivi, travisare il volto con passamontagna durante l’esecuzione del reato.

Durante la fase preparatoria i soggetti rubavano targhe da veicoli di uguale marca e modello da apporre successivamente sulle autovetture asportate in modo da evitare di essere individuati e fermati dalle Forze dell’Ordine durante i vari spostamenti con i veicoli oggetto di furto. Altri cambi di targhe venivano effettuati anche dopo l’asportazione dei mezzi e durante la fase di consegna presso i vari ricettatori sia italiani, nelle province di Forlì-Cesena, Latina e Roma, che esteri, in particolare in Slovenia.

L’attività d’indagine, nel corso del suo sviluppo, ha consentito di recuperare autovetture rubate con apposte targhe diverse, anch’esse risultate oggetto di furto, pronte per essere consegnate al ricettatore.

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