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sociale

Il Patto Territoriale tra il Centro socio-culturale anziani Vittorio Veneto e l’Istituto comprensivo Frezzotti-Corradini

"Un dialogo intergenerazionale per crescere insieme"

LATINA – Lo scambio e il dialogo intergenerazionale come valore e arricchimento reciproco tra vecchie e nuove generazioni: questo il motore che anima il Patto territoriale – Protocollo d’Intesa tra il Centro socio-culturale anziani Vittorio Veneto di Latina, presieduto da Fausto Bonifacio, e l’Istituto comprensivo Frezzotti Corradini, il cui Dirigente scolastico è la Prof.ssa Roberta Venditti, avendo mostrato entrambi grande apertura nei confronti di un progetto che mette in relazione la realtà della scuola e quella del Centro, perseguendo così l’obiettivo di crescita sociale e umana del territorio.

Fondamentale l’impegno e la propositività anche della vice Preside Elisa Di Maio e delle maestre, che, nonostante i numerosi impegni, si sono rivelate pronte ad arricchire le esperienze scolastiche e favorire una crescita armonica dei bambini.

Scuola e Centro, insieme, hanno messo in campo risorse e strumenti per la riuscita di progetti che permettono  la vicinanza e la conoscenza tra ambienti diversi tra loro, tra generazioni troppo spesso -e purtroppo- distanti, aprendo così i bambini a relazioni che vanno oltre la famiglia e la cerchia di amici e compagni di scuola.

La sinergia tra Centro e scuola si articola nei seguenti progetti: “Ti scrivo una lettera”; “Facciamo i filosofi/Filosofiamo”; “Nonno raccontami”; “Gioco dell’oca”; “Festa dei nonni”.

I primi due progetti sono in fase di svolgimento mentre il terzo si è da poco concluso. Gli altri prenderanno vita nei prossimi mesi.

In “Ti scrivo una lettera”, i bambini delle classi quarte della scuola elementare hanno indirizzato delle lettere ai membri del Centro socio-culturale anziani Vittorio Veneto, dando vita a una corrispondenza attiva in cui il mondo dell’infanzia e quello della terza età si confrontano scambiandosi storie ed esperienze di vita, dalle più leggere alle più significative. E’ un progetto particolarmente importante perché permette alle nuove generazioni la scoperta del potere della narrazione scritta, del racconto, in un’epoca in cui l’immagine -da quella pubblicitaria a quella televisiva, passando per i social- è il mezzo di comunicazione principale, rischiando di far perdere la trasmissione di valori che solo lo snodo della narrazione può dare. L’iniziativa è importante anche perché molti bambini, purtroppo, hanno perso i nonni, e attraverso lo scambio epistolare sono in grado di recuperare l’ascolto che nessuno come loro sa prestare, affinando capacità affettive ed empatiche. Per i piccoli scrivere una lettera significa mettere nero su bianco emozioni e condividerle con persone sconosciute; significa trepidare nell’attesa della risposta, recuperare il valore del tempo, della lentezza; significa, infine, conoscere persone in modo diverso da quello cui sono abituati.

“Facciamo i filosofi/Filosofiamo”, è partito a novembre, durerà fino a maggio e vede coinvolti gli alunni della IVd. Una volta a settimana, la Prof.ssa Letizia Parisi, ex docente di filosofia al Liceo scientifico “G.B. Grassi” di Latina, accoglie domande e risposte dei bambini mettendole in relazione con il pensiero dei filosofi. I piccoli sono estasiati da questo progetto che li stimola a rispondere a quesiti universali da sempre posie dai più grandi pensatori. Un’iniziativa che, attraverso un approccio “maieutico”, vuole portare gli allievi a trovare risposte originali scaturite dalla loro mente, cercando di superare stereotipi e pregiudizi e incentivando il loro pensiero logico e creativo.

“Nonno raccontami”, invece, ha coinvolto tutte le classi prime della scuola primaria della Frezzotti Corradini. Durante il pomeriggio che ha visto protagonisti nonni e bambini, questi ultimi hanno cantato l’Inno d’Italia, a voler connettere entrambe le generazioni. Successivamente i nonni sono partiti dal racconto di un’esperienza di vita e hanno trascinato i piccoli in giochi di un tempo, suscitando in loro curiosità ed entusiasmo per attività ormai scomparse dalla quotidianità dell’infanzia, dove i bambini sono sempre più alle prese con giochi elettronici.

Nel dialogo intergenerazionale è importante il valore emozionale che svolge il racconto: solo attraverso una “trasmissione” di saperi eseguita con passione è possibile apprendere appieno e riscoprire quanto empatia e affettività siano basilari nelle relazioni. Altresì rilevanti i giochi delle generazioni passate, che consentono ai più piccoli di sviluppare il valore innato della creatività, che a causa del tempo sempre più spesso passato al computer rischia di perdersi. Anche l’anziano trae dei benefici da questo tipo di progetti: si sottolinea l’importanza del suo ruolo attivo nella società in quanto deposito e trasmettitore di memoria, di tradizioni, di valori, di conoscenze: tutti elementi indispensabili alla formazione dell’individuo.

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