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la storia

Morto in scooter a 16 anni, l’avvocato: “Nessuno si è occupato di Giuseppe Maiolo”

Il legale di Formia ricostruisce la vita del ragazzo e accusa le istituzioni di averlo lasciato solo

FORMIA – Si apre uno scenario sconvolgente, dopo la morte di Giuseppe Maiolo, il 16enne finito con lo scooter che un amico gli aveva prestato contro un camion sulla Superstrada 630 e deceduto poche ore più tardi al Goretti dove mercoledì 6 marzo era arrivato in condizioni gravissime.

E’ l’avvocato Luca Cupolino che assiste la mamma, e che aveva seguito anche il ragazzo quando aveva avuto qualche problema con la giustizia,  a denunciare che è stato trattato da “invisibile”. In una lunga nota nella quale ricostruisce la storia di Giuseppe, il legale di Formia spiega che su decisione del Tribunale dei Minori era stato affidato ai servizi sociali di Formia con la nomina a tutore provvisorio del sindaco della città, stabilendo che il ragazzo dovesse essere ricollocato in una struttura idonea”, vista la condizione di particolare fragilità della mamma che doveva occuparsene. Di fatto però, aggiunge l’avvocato Cupolino, “è stato lasciato solo”.

Nonostante l’età e nonostante non avesse terminato l’obbligo scolastico che in Italia è fino a 16 anni, Giuseppe Maiolo non era stato iscritto a scuola (aveva frequentato negli anni scorsi l’istituto per geometri Tallini e l’alberghiero Celletti) e sempre secondo quanto riportato dal legale  – “pur essendo beneficiario della legge 104 e nonostante sia stato avvisato il sindaco e i servizi sociali  della scadenza dell’attuale periodo e della necessità di far sottoporre il ragazzo alla visita medica rituale, è stato omesso  di porre in essere la pratica amministrativa  con contestuale decadenza di Giuseppe da ogni beneficio”.

Una storia che interroga tutta la società civile e le istituzioni, perché quello di Giuseppe Maiolo non è l’unico caso in cui i minori con problemi familiari si trovano senza rete. “Giuseppe quella mattina non doveva essere sul luogo dell’incidente, ma in classe come tutti i suoi coetanei”.

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