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politica

Processo penale per Latina Ambiente, dietrofront sulla costituzione di parte civile

"Occultamento di perdite per 18 milioni e crediti gonfiati le ipotesi di reato"

LATINA – «Nel consiglio comunale del 26 marzo, sulla questione Latina Ambiente la maggioranza ha restituito una posizione a dir poco imbarazzante. I consiglieri di centrodestra hanno raccontato una società sana, attribuendo il suo fallimento a un volere politico, addirittura ipotizzando un passo indietro rispetto alla costituzione di parte civile del Comune nel processo penale in corso. Neanche una parola, invece, sui potenziali conflitti di interesse sollevati con la nostra mozione. L’argomento è evidentemente scomodo». I gruppi consiliari di opposizione tornano sul tema della partita debiti/crediti tra l’amministrazione e la società fallita dopo la trattazione dello stesso nell’assise di martedì scorso.

«Dalla relazione dell’Assessora Nasti – affermano i consiglieri di Lbc, M5S, Pd e Per Latina 2032 – sembra di capire che grazie alla transazione di 6 milioni approvata tra Natale e Capodanno scorsi e la chiusura della partita TIA 2006-2009, la società con ogni probabilità tornerà in bonis. Lo suggerirebbero anche le stime effettuate dal tavolo tecnico aperto dall’amministrazione su richiesta dei curatori fallimentari. Quanto emerso potrebbe mettere in discussione l’opportunità da parte dell’Ente di costituirsi parte civile nella causa penale, stando a quanto riferito in Consiglio dall’assessora al Bilancio e alle Partecipate».

La mozione presentata dall’opposizione chiedeva alla Sindaca proprio la garanzia di non tornare indietro sulla costituzione di parte civile, confermando l’incarico affidato dal commissario Valente all’allora coordinatore dell’Avvocatura, Francesco Paolo Cavalcanti. «A prescindere dall’esito della causa amministrativa e dall’eventuale rientro in bonis della società, riteniamo questo passaggio un atto non solo dovuto, – sottolineano i consiglieri – ma anche necessario da parte del Comune, socio di maggioranza della Latina Ambiente. Se confermate le ipotesi di reato, la società avrebbe avuto una gestione ben lontana dall’interesse pubblico, impedendo all’Ente persino di mettere in atto azioni di tutela ed eventuali contestazioni derivate dalla mancanza di condivisione di dati e documenti di bilancio. Si parla di occultamento di perdite fino a 18milioni di euro, crediti TIA 1 gonfiati, emissioni di dividendi solo al socio privato e con bilanci in rosso, fitti non pagati e altro ancora».

«È sconsiderato poi rinunciare alla costituzione di parte civile – continuano – perché ci sono delle responsabilità anche in capo agli uffici certificate dalla stessa CTP. Nella loro relazione, i tecnici incaricati dal Comune spiegano che una buona parte dei crediti reclamati dalla curatela verte su fatture non contestate dagli uffici comunali nel modo contrattualmente previsto. Dunque emerge chiaro dalle carte il quadro di una gestione fallimentare. La costituzione di parte civile rappresenta una presa di posizione legittima dell’Ente, che nelle ipotesi di reato in essere risulta parte gravemente danneggiata. Se fosse confermata una gestione illecita della società, consentirà al Comune il riconoscimento del danno subito, sia morale che materiale».

Nell’ultimo punto della mozione le forze di minoranza chiedevano alla Sindaca di appurare l’eventuale sussistenza di conflitto di interesse per alcuni membri del suo staff e il nuovo presidente del CdA di ABC, anche curatore del fallimento. «C’è un tema di inopportunità politica che non si può sottacere. Riteniamo necessaria una verifica sull’eventuale esistenza di cause ostative per gli incarichi fiduciari assegnati dalla stessa Sindaca a due suoi stretti collaboratori e per la nomina del nuovo presidente del CdA dell’azienda speciale. Su questo tema prendiamo atto del silenzio della maggioranza in Consiglio. Alla maggioranza è evidentemente convenuto far cadere quest’impegno nel vuoto».

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