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Il processo

Latina vista con gli occhi di Arpalo: il processo a Maietta promette di svelare tanti segreti

Il suicidio dell'avvocato Paolo Censi, i soldi in Svizzera, e il nostro mondo di mezzo

LATINA – Raccontare una parte di Latina, non con le parole sussurrate e passate di bocca in bocca fino a diventare leggenda metropolitana, ma con riscontri puntuali e prove. Attribuire ruoli e compiti avuti da una parte della città che ha dettato legge in certi ambienti per molto tempo, che è stata anche classe dirigente, ma che ha agito fuori dalle regole, gestendo montagne di danari sottratti al resto della collettività, e che di fatto era diventata un’associazione per delinquere. E’ questo, quello che promette di svelare il processo Arpalo, vicenda  giudiziaria tra le più importanti del decennio. Non solo un normale, giusto processo, ma una narrazione che, udienza dopo udienza, punterà a spiegare come una società calcistica arrivata in serie B, sia servita, invece che a regalare un sogno e benessere alla città, a far ricche poche persone disposte a tutto, in una spirale di reati. Solo tra alcuni mesi scopriremo se gli esiti del processo Arpalo saranno stati all’altezza delle promesse.

IL TEOREMA – I pm Giuseppe Bontempo, Claudio De Lazzaro e Luigia Spinelli della Procura di Latina che hanno coordinato le indagini svolte dalla squadra mobile della polizia e dalla guardia di finanza che ad un certo punto si sono incrociate, hanno ritenuto di mettere sotto accusa un gruppo guidato dall’allora parlamentare di Fratelli D’Italia, Pasquale Maietta, già assessore al bilancio del Comune di Latina, che ha trovato sulla sua strada numerosi adepti, tra cui la co-presidente del Club nerazzurro Paola Cavicchi e altri 11. Persone con ruoli e “pesi” diversi che  – secondo l’ipotesi accusatoria – si sono occupate di collaborare alla costituzione di cooperative create ad hoc per fare soldi truffando lo Stato, “che garantivano manodopera ed erano competitive  – come ha spiegato il giorno degli arresti il Procuratore capo di Latina Andrea De Gasperis – perché non pagavano tasse, né contributi e poi emettevano fatture per operazioni contabili e svuotavano le casse, quindi scomparivano e venivano sostituite, creando un danno per oltre 200 milioni di euro”. E simili con il Latina Calcio.

Soldi poi messi al sicuro in Svizzera, si parla di molte decine di milioni di euro che dovevano essere riciclati in un sistema che fino ad un certo punto è riuscito a bucare le maglie dei controlli anche grazie a qualche amicizia, un sistema capace dunque di corrompere. E di mettere paura. Così tanto da indurre al suicidio l’avvocato Paolo Censi che  – secondo quanto emerso nel corso delle indagini – nel suo studio temeva la presenza di cimici e comunicava scrivendo su foglietti di carta poi ritrovati dagli investigatori. Sempre De Gasperis spiegava in una conferenza stampa, alcuni mesi fa, di ritenere “che l’avvocato stesse svolgendo per i clienti, recandosi anche in Svizzera, indagini preventive. Discutevano addirittura di possibili pene in caso di giudizio. Sul suicidio le indagini sono ancora in corso”. Scopriremo qualcosa in più –  è possibile ritenere – proprio con il processo Arpalo.

I NUOVI DOCUMENTI E I PENTITI – Il deposito di una mole di documenti da parte della pubblica accusa, avvenuto ieri al termine della prima udienza svoltasi nel pomeriggio come disposto dal giudice Francesco Valentini nell’avvio del processo immediato cautelare, ha intanto certificato una cosa: i pm ritengono di avere dalla loro parte molte prove arrivate dalla rogatoria con la Svizzera. Ci sono poi i verbali degli interrogatori di due collaboratori di giustizia che frequentavano come uomini di fiducia l’ambiente: Renato Pugliese figlio di Cha Cha e Agostino Riccardo ritenuti credibili perché stanno offrendo con i loro racconti nuove accuse puntualmente riscontrate sul mondo della mafia pontina, quella dei Di Silvio attorno alla quale si muove un mondo.  Ma che con i magistrati hanno parlato anche delle vicende entrate in Arpalo. Saranno dunque chiamati a testimoniare.

Un processo che potrebbe essere storia.

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