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MEDICI PRECARI LA PROTESTA
L’anno prossimo saranno il 40%

LATINA – Degli 835 medici dipendenti dell’Azienda Usl Latina ben 237 sono precari. E asaliranno al 40% nel prossimo anno. E’ quanto emerge da una rilevazione effettuata il 10 marzo scorso. Per questo è stata varata un’ iniziativa di protesta: una spilletta appuntata sul camice bianco indicherà lo status di “precario”, mentre l’Ordine dei Medici di Latina ha coluto portare la questione su un tavolo interforze.

I NUMERI – “Se nel 2008 i precari erano il 13% del totale, 103 su 779 dipendenti Asl Latina, nel 2010 la percentuale è salita al 25% (211 su 842) per giungere al 28% di quest’anno con 237 contratti a tempo determinato su un totale di 835 dipendenti – dicono dall’Ordine dei Medici di latina – . Un trend in crescita con sempre più precari in settori nevralgici e con contratti la cui scadenza è prevista (secondo l’ultimo accordo regionale) il prossimo 31 dicembre. Solo al Santa Maria Goretti su 12 anestesisti ben 8 sono precari. Mentre nel Lazio, secondo il censimento svolto dalla dottoressa Francesca Perri (Fvm-Smi insieme ad Anaao nella Cosmed) il precari sono 1.500 (di questi 400 solo al Policlinico Umberto I)”.

L’Ordine dei Medici di Latina ha voluto portare la questione su un tavolo per trovare soluzioni congiunte ed efficaci insieme ai sindacati. Nell’incontro, a cui hanno preso parte numerosi medici precari, è stato ribadito il concetto fondamentale di difesa della dignità degli operatori della sanità pubblica e di salvaguardia della qualità della professione. Tra i relatori oltre al presidente dell’Ordine dei Medici di Latina Giovanni Maria Righetti, è intervenuto il vice presidente dell’Ordine dei Medici di Roma e segretario regionale del sindacato Anaao dott. Donato Antonellis, il responsabile precari Anaao dott. Giovanni Massaro e la dottoressa Barbara Andreoli, promotrice del tavolo tecnico per la riorganizzazione del SSR, iniziativa nata dal Coordinamento Medici Precari di Caserta e dal Movimento contrattisti precari Policlinico.

“La sanità così non può andare avanti – ha spiegato il dottor Giovanni Massaro, promotore della singolare iniziativa che vedrà attaccata al camice di ogni medico la spilletta con la scritta “precario” – Paghiamo sulla nostra pelle la cattiva gestione della sanità pubblica, nel Lazio dal 2000 non si fanno concorsi. I precari il prossimo anno nella Asl di Latina arriveranno al 40%, si tratta di professionisti con contratti a tempo determinato in attesa della stabilizzazione da tre, cinque o addirittura otto anni. Molti di noi hanno più di 40 anni, hanno una famiglia e non riescono neanche ad ottenere il mutuo in banca. L’alternativa rimane quella di migrare altrove. La spilletta con la scritta precario – continua Massaro – ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e portare alla luce un sistema poco solido che si regge in gran parte sul lavoro dei medici precari”.

“Pensavamo che la classe medica fosse indenne da questo genere di problemi come il precariato – ha affermato il presidente Giovanni Maria Righetti – ma i dati purtroppo parlano chiaro. Si tratta di un tema così grande, così importante che non può essere solo il sindacato titolare di questa azione ma è necessario agire insieme. Unire le forze per difendere tutto il sistema sociale, perché si tratta di un problema che non può essere scisso dal mantenimento del livello minimo assistenziale negli ospedali, dalla gestione delle urgenze e dalla garanzia della continuità assistenziale. Lavoro precario significa anche perdita del rapporto fiduciario tra medico e paziente e perdita dell’esperienza importantissima dei medici che prestano servizio in un settore e in un luogo da molti anni. Perché la sanità è fatta di persone”.

“Quella di oggi è stata una giornata importante per la Asl e per l’Ordine – ha affermato il dottor Donato Antonellis – perché finalmente è stata messa sul tavolo una questione delicatissima, quella del precariato nella sanità pubblica. Non è una problematica solo sindacale ma si tratta della difesa della dignità di chi esercita questa professione. Come sindacato – ha aggiunto Antonellis – abbiamo invocato il coinvolgimento di tutte le organizzazioni ma è evidente che non si arriverà mai a una normativa nazionale per la stabilizzazione, la sanità è stata regionalizzata. Ma questo significa anche che il governatore Polverini se vuole può fare molto per stabilizzare i precari nel Lazio. In attesa della scadenza dei contratti fissata al 31 dicembre porteremo avanti una battaglia su tutti i fronti, cominciando dalla richiesta della mobilità anche per i precari dei presidi ospedalieri che sono stati chiusi. Non escludiamo azioni forti come uno sciopero che deve riguardare tutti i professionisti non solo i precari e che necessita di una unità culturale molto forte”.

 

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