LATINA – Si complica la già delicata situazione del consigliere di Forza Italia Vincenzo Malvaso dopo il sequestro del cantiere di Borgo Piave. La procura ha acquisito la denuncia di un investigatore del Nipaf che si è occupato del caso e di molte altre spinose vicende di abusivismo. In occasione del sequestro del cantiere di Borgo Piave il forestale, Stefano Giulivo, è stato apostrofato dal politico con un “Ti ricorderai di me”. Inoltre Malvaso, invitato a ritirare gli atti presso la sede del Corpo – avrebbe anche detto “sì, così vi sputo addosso”.
E ora emerge anche un nuovo episodio accaduto nel corso di un sopralluogo al cantiere di Via Piave lo scorso novembre, episodio inizialmente sottovalutato e ora segnalato al pm Gregorio Capasso: mentre tecnici e investigatori della Forestale erano al lavoro per i rilievi nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura sulla concesisone edilizia che ha portato alla costruzione dell’immobile da 23 appartamenti a ridosso della rotatoria di Borgo Piave, cadde dall’alto un mattone che si schiantò a terra, proprio a due metri dal gruppo di lavoro.
MALVASO – Pronta e stupita la reazione del consigliere Vincenzo Malvaso che affida al suo legale, l’avvocato Renato Archidiacono il suo commento: “Ho appreso con grande stupore che mi sarei reso responsabile di un comportamento intimidatorio nei confronti di un appartenete delle forze dell’ordine al momento della notifica del sequestro del cantiere in Via Piave. A tal riguardo intendo precisare come la minaccia e l’intimidazione non appartengono e non apparterranno mai al mio modo di essere. Anche in tale circostanza, dunque, nonostante la grande concitazione del momento e il forte stato di preoccupazione per le conseguenze sulla società Piave e per le numerose persone che lavoravano all’interno del cantiere al momento dell’esecuzione del sequestro, non credo di essere venuto meno a tale mia regola comportamentale e di essere rimasto nell’ambito del lecito diritto di critica riconosciuto in ogni paese civile. Posso tranquillamente affermare, qualora taluno ritenesse che io abbia travalicato l’esercizio di tale sacro santo diritto, di essere pronto ad un sereno confronto dialettico in ogni sede per una corretta ricostruzione della verità dei fatti. Mi spiace infine che la divulgazione di tale notizia, la cui origine non mi appare chiara, abbia consentito ingiustificati e strumentali attacchi alla mia persona”.