LATINA – Ora c’è un altro indagato nello scandalo delle mazzette sugli incarichi al Tribunale fallimentare. E’ il commercialista di Cisterna Andrea Lauri che si è dimesso da tutti gli incarichi ricevuti dalla sezione fallimentare guidata dal giudice Lollo (ne ha avuti 19 in questi anni). La Mobile ha perquisito ieri lo studio del professionista che è anche consigliere comunale a Cisterna.
GLI INTERROGATORI – Il giudice Antonio Lollo arrestato venerdì è stato ascoltato per primo tra gli indagati, dal gip di Perugia Lidia Brutti, e non si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma non è noto che cosa abbia riferito nella lunga conversazione avuta con i colleghi che lo hanno indagato. Sul colloquio avvenuto a Rebibbia non sono trapelate indiscrezioni e anche lo studio legale che assiste Lollo non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Nelle stesse ore di lunedì mattina è stato sottoposto a sequestro penale dalla polizia l’ufficio del giudice delegato in Piazza Buozzi a Latina. E sono in tanti ora a tremare perché troppo vicini a quel sistema corruttivo svelato dall’inchiesta e finalizzato alla spartizione di ingenti somme di danaro nell’ambito delle procedure concorsuali.
Interrogate anche altre persone tra cui il commercialista Marco Viola in carcere a Latina, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre l’imprenditore Luca Granato ha risposto alle domande del magistrato cercando di ridimensionare il quadro accusatorio. L’altro commercialista arrestato Massimo Gatto avrebbe dichiarato al giudice di non aver mai ricevuto incarichi da Lollo, ma alcune foto in possesso della polizia scientifica della Questura di Latina (pubblicate oggi sul Messaggero e Latina Oggi) ritraggono il giudice fallimentare con la moglie Antonia Lusena, il commercialista di Formia Raffaele Ranucci e il sottufficiale delle fiamme gialle Roberto Menduti, entrare e uscire dallo studio di Massimo Gatto (di fronte alla Questura) il 26 febbraio scorso, all’indomani della prima perquisizione negli uffici di Viola. Nella stessa giornata Lollo aveva fatto visita al capo della Digos, Roberto Artusi per conoscere notizie sulle indagini relative a Viola, circostanza che il dirigente di polizia aveva subito riferito al magistrato inquirente.
Ha ottenuto gli obblighi di polizia giudiziaria ed è tornata in libertà, invece Angela Lusena, suocera del giudice finito in carcere. La donna accusata di detenzione di arma illegale ha riferito che la pistola trovata nella sua abitazione era un ricordo del marito ed era insieme anche ad alcune lettere private scritte dal coniuge che è morto.
NUOVI INTERROGATORI – Mercoledì sarà interrogata anche Rita Sacchetti che si trova ai domiciliari e Antonia Lusena, moglie del giudice.
“Le esigenze cautelari ricorrono in concreto e in grado rilevantissimo”, sottolinea il gip nell’ordinanza con cui dispone gli arresti “perché il sistema corruttivo messo in piedi da Lollo e le sue propaggini coinvolgono anche altri professionisti e terze persone per cui è assolutamente necessario interrompere qualunque contatto”. In relazione alle somme di danaro derivanti dalle mazzette il giudice spiega che i coniugi Lollo e Lusena dispongono di più cassette di sicurezza anche intestate alla madre di Lusena, Angela Sciarretta presso le quali sono stati effettuati depositi e il cui contenuto potrebbe essere trasferito in ogni momento senza lasciare tracce”.