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sanità

Vaccinazioni in calo tra i bambini, torna il morbillo. Porcelli: “Conseguenze gravi”

La situazione in provincia, intervista alla dottoressa Anna Maria Aversa della Asl Latina

Little baby get an injectionLATINA – Ogni anno nella Asl di Latina vengono somministrati oltre  65.000 vaccini singoli e combinati. Negli ultimi dieci anni non sono mai stati riscontrati effetti collaterali gravi nella fascia pediatrica e un solo caso tra i pazienti adulti. Dati assolutamente rassicuranti, eppure nel 2015, anno in cui secondo l’OMS malattie come il morbillo dovevano essere definitivamente eradicate dal nostro Paese, si è assistito a un enorme passo indietro nel tempo.

Il trend provinciale delle vaccinazioni in età pediatrica è fortemente calato riportando alla ribalta casi di malattie infettive, spesso gravi. Tra le cause la disinformazione, la sfiducia da parte dei genitori spesso legata a vere e proprie campagne anti-vaccini diffuse sui social e sul web.

Un recente rapporto dell’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie)  pone l’Italia al primo posto in classifica come paese europeo più colpito dal morbillo: i casi segnalati nel 2014 sono stati 1.674 con una copertura vaccinale molto scarsa e non in grado di garantire il controllo e l’eliminazione della malattia. Un trend nazionale simile a quella della provincia pontina, “sono stati molti negli ultimi mesi i casi di morbillo soprattutto tra i giovani/adulti – spiega la dottoressa Patricia Porcelli, responsabile U.O.S. Prevenzione Malattie Infettive Servizio Igiene e Sanità Pubblica, Dipartimento di Prevenzione ASL di LATINA – ragazzi non vaccinati o incompletamente vaccinati che hanno sviluppato la malattia con complicanze abbastanza gravi”. Ascolta

D.SSA PORCELLI MORBILLO

L’INTERVISTA. Per fare chiarezza sul tema, anche in seguito alla notizie di cronaca, ne abbiamo parlato con la dottoressa Anna Maria Aversa, Dirigente Medico ASL Latina, responsabile servizio vaccinazione infantile.

Qual è il trend in provincia delle vaccinazioni in età infantile, c’è una diminuzione rispetto agli anni passati, anche in seguito alle campagne anti-vaccino? Qual è il trend delle vaccinazioni facoltative (morbillo-parotite-rosolia e meningococco)?   

Il trend provinciale, anche se meno di quello nazionale, è purtroppo in discesa. Per capire questo andamento è indispensabile comprendere alcuni fenomeni, quale per esempio l’enfatizzazione  della percezione del rischio del vaccino rispetto a quello  della malattia. Le vaccinazioni, infatti,  rappresentano una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina e hanno contribuito in modo fondamentale ad incrementare la speranza di vita delle popolazioni umane. Grazie all’utilizzo dei vaccini  è stato debellato il vaiolo, sono quasi scomparsi il tetano, la poliomielite, la difterite e sono state notevolmente ridotte malattie virali come l’epatite B, il morbillo, la rosolia, la parotite e  alcune forme di meningite batterica. Paradossalmente, però, le vaccinazioni sono “vittime del loro successo”: non essendo più visibili le patologie debellate o sensibilmente ridotte è diminuita la percezione dell’importanza delle vaccinazioni, mentre troppo spesso vengono amplificati dal web messaggi allarmanti e preoccupanti sull’utilizzo dei vaccini, con diffusione di notizie prive di fondamenti scientifici. Tale disinformazione alimenta sfiducia e paura nella popolazione con conseguente, sensibile e  generalizzato calo delle coperture vaccinali.

Nel nostro Paese ci sono una serie di vaccini obbligatori, eppure sono molti i genitori che saltano le vaccinazioni e non si presentano nei centri di vaccinazione nei tempi previsti. Come ASL si procede con degli accertamenti?

Compito istituzionale dei Servizi di Vaccinazione è la prevenzione delle malattie infettive tramite vaccinazione.  Storicamente il ricorso all’obbligatorietà ha inteso tutelare il singolo e la popolazione con provvedimenti volti a garantire protezione contro gravi e, talora, mortali malattie infettive. Questo perché la preparazione sociale, culturale e scientifica dell’epoca non era appannaggio di tutti i genitori e, quindi,  era necessario l’utilizzo di uno strumento capace di annullare ogni disuguaglianza di salute, con approccio equo e solidale. Oggi, pur sussistendo l’obbligo per le vaccinazioni contro la poliomielite, il tetano, la difterite e l’epatite B, l’orientamento scientifico e legislativo per le vaccinazioni contro la pertosse, la meningite da Haemophilus Influenzae di tipo B, le patologie da Pneumococco (ed altre ancora) tende a favorire la scelta libera e consapevole della persona. L’importante è che la somministrazione  dei vaccini previsti dal Piano Nazionale e Regionale di Prevenzione Vaccinale sia sentita, come realmente è,  un’opportunità di protezione del proprio bambino,  scientificamente condivisa da esperti ed autorità sanitarie. Per migliorare la comunicazione e favorire questa consapevolezza nei genitori, nelle famiglie e nella società,  gli operatori dei Servizi di Vaccinazione sono costantemente impegnati in una formazione specifica. Nel proprio Servizio e nella vita sono sempre a disposizione della popolazione per accogliere ed informare.  Tale disponibilità non si esaurisce in un unico incontro, ma è offerta ripetutamente all’utenza, al fine di dirimere ogni dubbio o perplessità, anche riguardo a temi già trattati, per i quali siano necessari ulteriori  approfondimenti.  Del resto l’inserimento dei Servizi di Vaccinazione nei Consultori è fondamentale per una presa in carico globale della persona e della  famiglia. Occorre superare l’impasse che blocca i genitori di fronte alla scelta di fare o non fare, perché non è vero che nel non fare si corrono meno rischi. Basti pensare che proprio pochi giorni fa a Roma, come riportato dalla stampa nazionale, è morta una bambina  di quattro anni per una gravissima complicanza del morbillo. La bambina non era stata vaccinata. Dunque, se la vaccinazione è e rimane  lo strumento più efficace per proteggere da malattie gravi e potenzialmente mortali, occorre lavorare all’empowerment delle risorse personali e sociali, recuperando la fiducia delle famiglie e la genitorialità, al fine di garantire il diritto alla salute del  bambino e rispettare il dovere di tutela della collettività. Naturalmente questo percorso può e deve contare anche sulla buona informazione dei media. E’ il motivo per cui vi ringrazio sentitamente per avermi offerto questa opportunità di dialogo e di approfondimento.

Le scuole sono obbligate a chiedere il libretto con le vaccinazioni all’atto dell’iscrizione?        

Il Dirigente Scolastico, come stabilito nel DPR 355/1999,  è tenuto ad accertare che all’alunno siano state praticate le vaccinazioni obbligatorie, ma la mancata presentazione della certificazione sanitaria o della dichiarazione sostitutiva  non comporta il rifiuto di ammissione dell’alunno alla scuola dell’obbligo o agli esami.

 I bambini vaccinati possono contrarre ugualmente la malattia? 

Solo raramente. Per capire il perché di questo fenomeno,  bisogna sapere che anche se tutti i vaccini determinano elevati livelli di protezione, l’efficacia della vaccinazione non è mai pari al  100 %.  Per fare un esempio, se  la vaccinazione è in grado di proteggere  95  bambini su 100 bambini vaccinati,  in caso di epidemia, solo un piccolissimo numero di vaccinati potrà contrarre la malattia. Va però considerato, nel generale bilancio dei rischi e dei benefici delle vaccinazioni, che maggiore è il numero delle persone vaccinate, minori saranno le possibilità di circolazione e di trasmissione degli agenti patogeni; quindi, anche le persone che non sono in grado di rispondere efficacemente ai vaccini loro somministrati, possono godere del beneficio di essere circondati da persone immuni ed essere, quindi, protetti indirettamente dalla malattia. Si tratta della cosiddetta immunità di gregge.

 Tutti possono essere vaccinati?  

Le vere controindicazioni alle vaccinazioni sono molto rare e facilmente individuabili. Il personale sanitario esperto di vaccinazioni, utilizzando una semplice scheda anamnestica,  può valutare  la presenza di controindicazioni e/o precauzioni prima di somministrare il vaccino. In Italia, è consultabile in internet un utilissimo strumento operativo dell’Istituto Superiore di Sanità: la “Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni”. Tale guida, redatta sulla base delle indicazioni internazionali in tema di buona pratica vaccinale, illustra nel dettaglio, per singolo vaccino e per specifica patologia, controindicazioni, precauzioni e false controindicazioni alle vaccinazioni.

Le vaccinazioni facoltative sono meno importanti?

La distinzione tra vaccinazioni obbligatorie e non obbligatorie non esprime una valutazione di efficacia o sicurezza: le vaccinazioni sono tutte ugualmente efficaci e sicure.                   .
Il doppio regime giuridico delle vaccinazioni, obbligatorie e raccomandate, ha determinato una situazione di squilibrio, a svantaggio dell’attuazione delle vaccinazioni non obbligatorie, percepite, a volte, come meno importanti di quelle obbligatorie o, comunque, utili a combattere malattie ritenute meno pericolose.  Non è così. Solo per fare un esempio, la meningite da Meningococco di sierogruppo  B o C è una malattia grave, talora mortale. Perché rischiare quando abbiamo vaccini efficaci e sicuri?

 Avete registrato casi di effetti collaterali gravi?

No.  E la  nostra esperienza è pluriennale. Ogni anno nell’ASL Latina  somministriamo oltre  65.000  vaccini singoli e/o combinati. Penso che questo sia un dato più che rassicurante!

 Polio e difterite sono scomparse in Italia. Perché si continua a vaccinare?

Non bisogna dimenticare che, anche se non vengono registrati casi di malattia in Italia, queste patologie esistono ancora nel mondo. Se si smettesse di  vaccinare,  aumenterebbero gli individui suscettibili, cioè non protetti dal vaccino, e basterebbe che una sola persona importasse la malattia (per esempio tornando da un viaggio) per contagiarne tante altre. Ecco perché, è importantissimo non abbassare la guardia. Non solo bisogna continuare a vaccinare, ma è necessario mantenere alte le coperture vaccinali e per coperture vaccinali alte si intende  vaccinare almeno 95 bambini su 100. A questo proposito, vorrei ricordare una frase emblematica dell’Organizzazione Mondiale di Sanità: “… finché c’è un singolo bambino che ha la poliomielite, tutti i bambini del mondo sono a rischio di polio”. Diverso, ma non meno importante,  è il discorso sulle malattie infettive che non si trasmettono da persona a persona,  come il tetano.  In questi casi  il rischio è individuale e si può contrarre il tetano semplicemente  pungendosi con  una spina di rosa. Ogni persona non adeguatamente vaccinata può contrarre la terribile malattia, indipendentemente dalle coperture vaccinali nella popolazione.

 Ci sono malattie che stanno tornando in seguito al calo delle vaccinazioni?

Certamente un abbassamento delle coperture vaccinali rende sempre più numerosa la parte di popolazione suscettibile ad una determinata malattia infettiva. Solo per dare un’idea del ritorno di malattie dimenticate o che dovrebbero essere eliminate proprio alla data del 2015 (a questo riguardo esiste in Italia un Piano di Eliminazione del Morbillo e della Rosolia congenita), secondo un recente rapporto dell’Ecdc, all’Italia è andato il primo posto in classifica, come paese europeo più colpito dal morbillo: tra novembre 2012 e ottobre 2013 sono stati registrati 3400 casi italiani sui 12mila censiti in Europa. L’87% delle persone colpite non erano vaccinate. Altra nota dolente, questa volta non tricolore, ma comunque sempre un brutto colpo inferto alla prevenzione, è arrivata  anche per la rosolia: sempre nello stesso periodo, in Polonia, sono stati segnalati circa 40mila casi. E qui si dovrebbe andare a  parlare anche dei danni della rosolia congenita!

I genitori di bimbi stranieri vaccinano?

Nella nostra esperienza, possiamo dire che i genitori stranieri sono molto attenti e sensibili alla profilassi delle malattie infettive. Infatti scelgono di far vaccinare i propri figli con tutti i vaccini previsti e offerti in regime di gratuità dai vigenti Piano Nazionale e Regionale di Prevenzione Vaccinale. Anche per i bambini già vaccinati nel  Paese di origine, i genitori stranieri non rinunciano ad informarsi e ad integrare la protezione del proprio bambino secondo le opportunità e le indicazioni offerte dai Servizi di Vaccinazione locali. Qualche difficoltà, purtroppo solo di natura economica, si riscontra per i vaccini previsti in regime di compartecipazione di spesa.

Una volta completato il calendario di vaccinazioni, si possono eseguire i richiami anche in ritardo?Certamente! L’efficacia dei vaccini dipende proprio dalla loro abilità di generare una memoria immunologica contro gli antigeni vaccinali. I vaccini, infatti,  mimando l’infezione naturale, senza però provocare la malattia, attivano i meccanismi di riconoscimento e di difesa del sistema immunitario. Così, il sistema immunitario, che è capace di riconoscere un antigene già incontrato nel vaccino, venendo  in contatto con lo stesso antigene presente nel virus o nel batterio responsabile della malattia – durante una epidemia per esempio! –  attiva e amplifica la specifica  risposta di difesa per l’organismo, eliminando l’agente patogeno. Per lo stesso meccanismo un richiamo, anche se effettuato in ritardo rispetto al calendario vaccinale consigliato, è comunque in grado di determinare una risposta protettiva.

Anche i maschietti devono essere vaccinati contro la rosolia … possiamo parlare di effetto gregge, cioè vaccini in grado di evitare il diffondersi della malattia?

Sì. Anche la protezione contro la rosolia, come quella per altre malattie infettive prevenibili con vaccini,  necessita di raggiungere il cosiddetto “effetto gregge”. L’effetto gregge altro non è che un’elevata protezione immunitaria della popolazione, ottenibile con la vaccinazione. L’effetto gregge rappresenta l’ostacolo al diffondersi della malattia e il valore aggiunto della vaccinazione a livello sociale. Se non si interrompe la circolazione del virus, non sarà possibile eliminare la malattia. Non bisogna dimenticare che la rosolia,  in gravidanza, provoca gravi danni al feto e nessuno può e deve esimersi da responsabilità sociali personali e collettive. L’unico modo per   eliminare la malattia è vaccinare, raggiungendo e mantenendo l’effetto gregge: è questo il motivo  per cui è indispensabile vaccinare anche i maschietti.

 Sono aumentati i casi di morbillo? Quali le conseguenze?

Sì, l’Italia ha la maglia nera in Europa! I dati nazionali del sistema di sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia sono allarmanti: i casi segnalati nel 2014 sono 1.674. Purtroppo, nonostante l’efficacia e la sicurezza del vaccino siano continuamente ribadite dalla comunità scientifica, nel nostro Paese la copertura vaccinale è ancora lontana dal 95%, valore necessario a garantire il controllo della malattia e la sua eliminazione. Come se non bastasse, nell’ultimo anno la copertura vaccinale è scesa di 2 punti percentuali, arrivando a poco più dell’88%. Eppure il morbillo può causare gravi complicanze, come l’encefalite e la panencefalite sclerosante subacuta, fino al decesso. Se non si riuscirà a raggiungere e mantenere  l’immunità di gregge, la circolazione del virus  sarà la temibile conseguenza del fallimento della prevenzione: basti pensare che una persona con il morbillo, a sua volta, può contagiare in media altre 15 persone  non vaccinate. E’ questa la miccia per  la diffusione delle epidemie!

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