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il processo

Don’t Touch, la requisitoria dei pm Spinelli e De Lazzaro

"14 anni per Cha Cha, 5 per Tuma, pene tra i 10 e i 3 anni per gli altri imputati"

Costantino Di Silvio detto Cha-Cha al momento dell'arresto. Il Riesame conferma: è il capo

Costantino Di Silvio detto Cha-Cha al momento dell’arresto

LATINA – Tre ore di requisitoria questa mattina In Tribunale per i pubblici ministeri Maria Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro nel processo Don’t Touch. I magistrati della Procura di Latina titolari dell’nchiesta che ha portato a ottobre scorso all’arresto di 22 persone considerate parte (con ruoli diversi) di una pericolosa organizzazione criminale radicata nel capoluogo pontino,  hanno chiesto al collegio penale di condannare a pene tra i 14 e i 3 anni di reclusione, undici imputati e di assolverne uno.

La pena più pesante, 14 anni,  è stata chiesta per Costantino Di Silvio, detto Cha Cha, considerato il capo dell’organizzazione. Per Angelo Morelli e Davide Giordani la stessa pena, 10 anni; 7 per Ionut Necula e 6 per Fabio Di Lorenzo, il carabiniere accusato di aver rivelato segreti d’ufficio. Sotto i sei anni la richiesta per Alexander Prendi; 5 anni per l’altro indagato eccellente, Gianluca Tuma, scarcerato la scorsa settimana; quattro per Alejandro Bortolin e Riccardo Pasini. Tre anni per Dario Gabrielli e Adrian Costache. Richiesta di assoluzione per non aver commesso il fatto per Fabrizio Marchetto.

Quando si è arrivati alle fasi finali del processo ( mancano tre udienze alla sentenza, il 21, 23 e 24 giugno), i pubblici ministeri hanno anche chiesto la confisca dei beni per 12 milioni di euro sequestrati al momento degli arresti e considerati frutto di attività illecite.

 

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