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l'arresto in bolivia a gennaio

L’ex terrorista di Sermoneta Cesare Battisti interrogato dal pm ammette i quattro omicidi

Si era sempre dichiarato innocente

LATINA – Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo originario di Sermoneta, arrestato in Bolivia dopo quasi 40 anni di fughe è stato interrogato oggi dal pm di Milano, Alberto Nobili, e per la prima volta ha ammesso di essere responsabile dei quattro omicidi per i quali era  stato condannato all’ergastolo. La notizia è stata battuta dall’agenzia di stampa Agi. Battisti si era infatti sempre dichiarato innocente. “Mi rendo conto del male che ho fatto e chiedo scusa ai familiari” delle vittime, ha detto l’ex terrorista. L’ammissione  – ha commentato il procuratore di Milano, Francesco Greco – “fa giustizia di tante polemiche che ci sono state in questi anni, rende onore alle forze dell’ordine e alla magistratura di Milano e fa chiarezza su un gruppo, i Pac, che ha agito dalla fine degli anni ’70 in modo efferato”.

Tutto quello che è stato ricostruito nelle sentenze definitive sui Pac, “i 4 omicidi, i 3 ferimenti e una marea di rapine e furti per autofinanziamento, corrisponde al vero”. Così il pm di Milano Alberto Nobili, ha riassunto – scrive l’Ansa – le ammissioni fatte da Cesare Battisti davanti al magistrato, al quale l’ex terrorista ha anche spiegato: “Io parlo delle mie responsabilità, non farò i nomi di nessuno”.

L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo, (Pac) è stato condannato in via definitiva per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso: quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre; e quello dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978.

 

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