LATINA – Si terrà venerdì 4 Settembre presso i giardini del Palazzo Comunale a Latina l’evento organizzato dal Circolo H in collaborazione con Il MURO ed inserito nella “Rassegna Estiva 2020” grazie all’Assessorato alla Cultura, al Turismo e allo Sport del Comune di Latina. La prenotazione è obbligatoria secondo le norme Covid, al numero 3933364694 poichè i posti sono limitati. L’appuntamento è per le ore 21.
Ad esibirsi i Roots Magic con ALBERTO POPOLLA ai clarinetti, ERRICO DE FABRITIIS sassofoni, GIANFRANCO TEDESCHI al contrabbasso e FABRIZIO SPERA alla batteria.
La musica suonata da ROOTS MAGIC attinge ai due estremi della tradizione musicale afro americana. Dal Blues ancestrale di Blind Willie Johnson e Charlie Patton al Free di Ornette Coleman e John Carter. Dall’afro-futurismo di Sun Ra fino al Jazz creativo di Phil Cohran, Julius Hemphill e Henry Threadgill. Per capirci, dal Delta Blues al Jazz Creativo, un repertorio calibrato intorno all’idea di reinvenzione della radice Blues fra tradizione e innovazione. Il progetto Roots Magic nasce a Roma nel corso del 2013. Tre i loro lavori: 2015 esce il primo CD “Hoodoo Blues & Roots Magic”, 2017 il secondo “Last Kind Words” e nel 2020 il terzo “Take Root Among The Stars” tutti pubblicati dall’etichetta portoghese Clean Feed.
“Le radici innervano la vita lasciando tracce indelebili. Succede nella biografia di ognuno e succede nelle arti, dove anche il più trasgressivo dei ribelli non può nascondere il luogo originario, la linfa essenziale che ne focalizza l’identità. La magia delle radici illumina e nutre la creatività di Roots Magic, quartetto di jazz italiano tra i più lodati dagli osservatori internazionali in questi anni. Alberto Popolla, Errico De Fabritiis, Gianfranco Tedeschi e Fabrizio Spera, attivi da anni nell’area romana, si concentrano nel trovare il linguaggio comune che amalgama gli antichi bluesmen del Delta, gli uomini del free jazz, gli innovatori dell’AACM di Chicago. Incrociano i loro repertori facendo scoccare scintille, creando cortocircuiti inattesi, soprattutto mantenendo il blues come fuoco musicale imprescindibile per alimentare la fiamma sonora che tiene unita la grande musica afroamericana. Così, il recupero del repertorio non guarda ad una imitazione di maniera o alla mera riproposizione stilistica, ma funziona come reale ispirazione poetica che forgia un carattere peculiare e già subito riconoscibile.
I fiati di Popolla e De Fabritiis si intrecciano in improvvisazioni sempre leggibili eppure eccitanti e febbrili, evocando assieme al blues le musiche popolari emarginate o nascoste dal “pensiero unico” del nostro tempo. La ritmica di Tedeschi e Spera è un propellente attivo e vitale, ricco di sfumature e funky quando occorre scatenare la danza. Tra i temi riportati a nuova vita, quelli di Charley Patton e Skip James, e poi perle di Julius Hemphill, Olu Dara, Sun Ra, Henry Threadgill, ma non solo… Non mancano gli originali dei singoli, a comporre un mosaico policromo di musiche attraenti, sempre sul filo della sorpresa.