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il punto

Latina sulla soglia della quarta ondata di Covid. Si teme Omicron 2, tamponi allo Spallanzani

La situazione Ucraini, pochissimi si vaccinano. In provincia 260 arrivi

LATINA – Con l’impennata di casi di covid registrata negli ultimi giorni e oggi (1225 nuovi casi ) e seguita ad un periodo di decrescita, è quasi una certezza che stia dilagando anche in provincia di Latina la variante Omicron 2. Lo dirà il risultato dei tamponi inviati allo Spallanzani secondo una procedura già vista in passato.

“Quando vengono riscontrate situazioni sospette  – spiega Antonio Sabatucci responsabile della Uoc di Prevenzione della Asl di Latina – i tamponi vengono inviati allo Spallanzani per il sequenziamento e sui primi dovremmo avere i risultati nell’arco di pochi giorni.  Ci aspettiamo  comunque  un incremento della positività – aggiunge l’esperto – non solo perché sarebbe in linea con la situazione generale che si sta verificando in Europa, ma anche perché questa variante porta sintomi (febbre, tosse, arrossamento agli occhi) e chi fa il tampone è generalmente sintomatico (oggi il tasso è salito a oltre il 21%). Se è vero i contagi hanno ripreso a salire, dall’altra parte siamo confortati dal fatto che la pressione ospedaliera si è notevolmente alleggerita”.

EMERGENZA UCRAINA  – Sul fronte dell’assistenza sanitaria agli ucraini, il punto è stato fatto nella riunione del lunedì del tavolo permanente istituito dal Prefetto Maurizio Falco dove è emerso che in tutta la provincia sono 260 i profughi arrivati che si sono già registrati in Questura. Di questi 220 hanno fatto accesso agli hub vaccinali per ottenere il tesserino di straniero temporaneamente presente (Stp) e per essere sottoposti a tampone.

Stiamo ora lavorando con i mediatori culturali, perché pochissimi di loro, e solo adulti,  si sono sottoposti alla vaccinazione contro il covid, mentre nessuno tra i bambini. Al punto di accesso viene fatta l’anamnesi e e controllata in genere tutta la situazione vaccinale conclude Sabatucci – Sotto i 6 anni le vaccinazioni in Italia sono obbligatorie e non faremo sconti a nessuno”.

Soddisfacente l’adesione alla chiamata della Asl da parte di pediatri di base. In provincia di Latina hanno aderito già circa 50 pediatri che si sono resi disponibili a seguire i bambini arrivati dall’Ucraina. E anche i medici di medicina generale stanno generalmente offrendo la loro disponibilità.

Tra i percorsi già pronti ci sono poi quelli per i fragili: pazienti oncologici e i dializzati in arrivo dalle zone di guerra saranno seguiti al Goretti.

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