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il convegno

Al Celletti di Formia tutti i prodotti esotici coltivati in Agro Pontino

Tre giorni per "Educare per nutrire": dal kiwi alla feijoa al pak-choi al topinambur al daykon

FORMIA – Sempre più spesso sulle nostre tavole compaiono prodotti ‘esotici’ coltivati però nel triangolo d’oro della provincia pontina, tra Terracina, San Felice Circeo e Sabaudia. Si parlerà di questo con nutrizionisti, dietologi, chef, sportivi e coltivatori  in un ciclo di incontri promossi dall’Arsial all’istituto Celletti di Formia dal 15 al 17 novembre che prevedono anche l’esperienza sensoriale di alcune tipicità: dal kiwi alla feijoa al pak-choi al topinambur al daykon.

“Abbiamo voluto realizzare un convegno e un’esperienza sensoriale con questi prodotti esotici a km zero –racconta Enrico Dellapietà, consigliere di amministrazione pontino all’interno di Arsial-. Ad oggi, così, sono diverse le coltivazioni agricole, sia di insalata, ortaggi e frutta, che hanno attecchito e che ora con fatica ora con tenacia si sono guadagnati la loro fetta di mercato, tant’è che molte aziende esportano in tutta Europa o hanno una bella fetta di mercato locale e regionale”.

Come è il caso di moltissime aziende agricole suddivise tra la piana di Sezze più il triangolo compreso tra Terracina, Sabaudia e San Felice Circeo, che ormai nei loro campi accanto alle colture tradizionali hanno sperimentato e poi sempre più coltivato pak-choi, daykon, zucchina spinosa, feijoa, batata, topinambur e tante altre produzioni orticole.

EDUCARE PER NUTRIRE – Sarà l’istituto alberghiero Celletti di Formia a ospitare le tre giornate di convegno e degustazione di questi prodotti dal titolo “Educare per nutrire”, a cura della A.S.D. Solidale Formia 2018, creando un match con i prodotti tradizionali (carne, pesce, pasta, contorni, dessert), andando a scoprire la contaminazione tra prodotti tipico e prodotti esotico ormai attecchito in zona. Del resto, basti pensare al kiwi, di origine cinese, valorizzato dai neozelandesi e sin dagli anni ’70 introdotto nella zona di Aprilia, Cisterna e Latina, oggi diventato un frutto Igp e prodotto su larga scala.  Nelle tre giornate saranno coinvolti gli esperti Stefania Valerio, pedagogista, Maria Solis, nutrizionista, Giuseppe Nocca, agronomo, la dottoressa Rosaria Scognamiglio per il partner scuola e la dirigente scolastica Monica Piantadosi, più gli chef Carlo Duro, Alessandro Di Nucci e Salvatore Marcia, coordinati e moderati dal giornalista e scrittore Gian Luca Campagna.     

Verrà anche diffuso alla stampa e ai presenti durante i 3 giorni dei lavori un agile vademecum sulle novità delle produzioni orticole e le sue caratteristiche nutrizionali.

Tra questi prodotti che verranno presentati, ecco il pak-choi, una cultivar di Brassica rapa diffusa in Estremo Oriente e originario della Cina, ha un sapore delicato e leggermente amarognolo, con foglie carnose e croccanti molto simili a quelle della bieta. Ricco di sali minerali, vitamine A e fibre, possiede una buona fonte di vitamina K che contrasta l’insorgenza dell’osteoporosi; il DaiKon, compare da diversi anni sulle nostre tavole, ai banchi del mercato e soprattutto nelle aree coltivate a Sabaudia e Terracina. È il ravanello giapponese o ravanello bianco (impropriamente chiamato anche carota bianca), comunemente noto ormai come Daikon, dell’Asia centrale. Il daikon possiede proprietà diuretiche, depurative e drenanti ed è considerato un buon mucolitico, ha un contenuto calorico molto limitato ed è particolarmente ricco di vitamina C. È indicato in caso di inappetenza, digestione lenta, meteorismo e gonfiore intestinale, ha proprietà brucia grassi; la zucchina spinosa, il chayote è una specie di pianta del Messico e dell’America centrale. È conosciuto anche in Italia, dove è chiamato zucca centenaria e zucchina spinosa o patanzana. Il chayote contiene vitamina C e diversi amminoacidi, acqua e sali minerali; ha effetti diuretici, previene l’arteriosclerosi e l’ipertensione. Favorisce lo scioglimento dei calcoli renali; il cavolo riccio kale, è una cultivar di cavolo il cui nome comune proviene dall’aspetto arricciato delle sue foglie. Una delle zone di maggiore diffusione del cavolo riccio è il nord della Germania e l’Olanda, ma da diversi anni ha attecchito anche lungo le campagne della provincia pontina, soprattutto quelle più umide e fresche. In cucina viene usato in particolare per minestre e zuppe, anche se può essere consumato stufato, servito come contorno. Il cavolo riccio contiene pochi grassi, ma molti di questi sono omega-3, in particolare acido alfa linolenico. Dato il basso contenuto di calorie, il cavolo riccio è uno dei cibi più densi di nutrimento esistenti; la feijoa, originario degli altipiani del Brasile meridionale, dell’Argentina settentrionale e di alcune zone della Colombia, dell’Uruguay; predilige le aree montane;  è ricca di iodio, se ne conta circa il 3% di prodotto fresco. Sia il frutto che le foglie, ma soprattutto i semi hanno proprietà antibatteriche e gli stessi frutti carnosi e profumati hanno proprietà antiossidanti; il topinambur, o carciofo di Gerusalemme, è una pianta erbacea perenne con bulbo sotterraneo originaria del continente americano. In Italia è ormai presente ovunque (tranne la Sardegna) mentre nelle Alpi è presente e molto utilizzata, tanto che in Piemonte, nella cui lingua si chiama ciapinabò, è utilizzato per la tipica bagna càuda. Pianta vitale, predilige terreni umidi. Grazie al contenuto di inulina è una pianta molto indicata nella dieta di persone diabetiche in quanto l’inulina funziona come riserva di carboidrati (in sostituzione all’amido) indipendentemente dall’insulina.

 

 

 

 

 

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