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il racconto

E’ aperta a Latina Casa Diaphorà dove ragazzi con disabilità imparano a vivere in autonomia

Il presidente Bruno Mucci: "Obiettivo raggiunto nel ventennale dell'associazione"

LATINA – C’è vita a Casa Diaphorà, una casa di autonomia per ragazzi con disabilità che stanno compiendo l’ultimo tratto del loro percorso di indipendenza,  un progetto che li porterà a gestire da soli la propria sfera anche affettiva, a provvedere alla cura di sé e degli ambienti, a fare la spesa da soli, a prendere i mezzi pubblici per raggiungere i luoghi di lavoro, a programmare le proprie giornate costruendosi una vita sociale, a farsi conoscere e rispettare dalla comunità. Insomma impareranno a vivere fuori dalle famiglie di origine, dentro una nuova famiglia allargata.

L’inaugurazione (venerdì 4 novembre) è stata una festa per l’associazione con sede a Fogliano nata con lo scopo di lavorare per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie e di portare  i ragazzi all’esperienza naturale, ma affatto scontata, della vita vissuta in autonomia. Il passaggio cade nel ventennale della Diaphorà e proprio il tempo trascorso dalla costituzione a questo 2022, racconta meglio di ogni altra cosa quanto impegno abbia richiesto realizzare il progetto che ha avuto un’accelerazione finale grazie alla decisione di una socia, la dottoressa Marina Piccaro, di mettere a disposizione il suo ex studio medico, trasformato in breve nella casa delle autonomie: Casa Diaphorà, appunto.

“I pianeti si sono allineati. Abbiamo beneficiato di un bando della Regione Lazio per la Vita Indipendente vinto dal Comune di Latina, i primi nove ragazzi hanno fatto due anni di preparazione con esperti, e ora l’ultimo passo prima della convivenza autonoma che naturalmente farà soltanto chi si sentirà pronto a questo passo”, racconta Bruno Mucci senza nascondere la felicità totalizzante di aver raggiunto questo importante obiettivo.  Tantissime energie impegnate e un lavoro corale fatto con i volontari, con un gruppo di professionisti, con l’ausilio di piccoli e grandi donatori.

“Casa Diaphorà è in Via Don Torello, dove ci sono il supermercato, la farmacia e i servizi necessari. Sarà un trampolino di lancio: i ragazzi cominceranno a svolgere le attività domestiche e di vita quotidiane, prima di affrontare l’ultimo passaggio della convivenza. Loro sono entusiasti e questo per noi è importantissimo, ci dà la carica. Alcuni di loro poi di recente si sono fidanzati e sognano in grande. Siamo anche consapevoli che a beneficiarne però non saranno solo i ragazzi e le loro famiglie, ma tutta la città, perché questo progetto può diventare fiore all’occhiello di una città attenta, accogliente ed inclusiva”, aggiunge Mucci.

Ne abbiamo parlato con lui

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