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l'operazione

Arresti anche a Latina per la droga che entrava nel carcere di Velletri su ordinazione

Cocaina e hashish commissionate usando il cellulare e pagate da parenti e amici su carte prepagate

LATINA – Arresti anche a Latina per la droga che entrava nel carcere di Velletri su ordinazione. Cocaina e hashish commissionate usando il cellulare concordando un prezzo (molto alto) da pagare attraverso parenti e amici, su carte prepagate. Il traffico è stato smantellato dai Carabinieri nel carcere di Velletri che hanno riscontrato una serie di episodi di spaccio commessi tra gennaio e giugno 2023 per un volume d’affari di circa 80mila euro.  Nel corso dell’indagine è emerso che per superare i controlli all’entrata del carcere, la droga veniva nascosta dentro pacchi sottovuoto insieme a generi alimentari e altri beni di prima necessità. L’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri è stata eseguita dai  Carabinieri della Compagnia di Velletri con l’ausilio dei comandi territoriali delle province interessate: oltre Roma, Viterbo, Frosinone, Rieti, Chieti e Latina. L’ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale di Velletri  ha raggiunto 33persone per lo più italiane, ma anche marocchine, algerine, romene e brasiliane, di cui 5 donne). Per undici di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere e per altri 22 gli arresti domiciliari con le accuse di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente (art. 73 D.P.R. 309/90), estorsione (art. 629 c.p.) ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti (art. 391 ter c.p.). Sedici delle persone destinatarie delle misure cautelari sono già detenute in carcere.

Agli indagati sono stati contestati vari episodi di spaccio all’interno della casa circondariale di Velletri (oltre a due episodi di estorsione, per percosse e minacce subite da uno degli indagati e da alcuni familiari per forniture di sostanze stupefacenti non pagate), commessi tra gennaio e giugno 2023 all’interno del citato istituto di pena per un volume d’affari di circa 80.000 €.
L’articolata e complessa indagine, supportata da mezzi tecnici, originariamente finalizzata al contrasto dello spaccio nell’area veliterna e dei Castelli Romani, portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Velletri, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine all’utilizzo di un espediente abituale e collaudato, attraverso l’introduzione di droga nei pacchi diretti ai detenuti, per introdurre hashish e cocaina all’interno del carcere e non solo per soddisfare il fabbisogno di alcuni dei destinatari, ma soprattutto per farla circolare in favore di altri detenuti consumatori ma solo dopo che i parenti all’esterno avevano pagato tramite ricariche su carte prepagate, tant’è che sono sorti a riguardo conflitti interni tra alcuni detenuti per il mancato versamento del corrispettivo pattuito che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine ad episodi di estorsione ai danni di detenuti e loro parenti.
La droga veniva occultata – unitamente a generi alimentari confezionati sottovuoto e beni di prima necessità – all’interno di pacchi destinati ai detenuti, tramite spedizionieri, raggiungendo costi pari al doppio per ogni singola dose rispetto ai prezzi di mercato all’esterno. A rendere ancor più difficoltosa la ricostruzione dei Carabinieri è stata la complessità della rete di relazioni tra i soggetti indagati, infatti, tra i mittenti ed i reali destinatari dell’illecita corrispondenza vi erano più passaggi di mano (familiari di detenuti, prestanome e detenuti compiacenti). Analoghi passaggi sono stati acclarati per ciò che ha riguardato i flussi di denaro, versato su carte prepagate, opportunamente intestate a prestanome spesso estranei alla cerchia di contatti dei detenuti od ai relativi familiari. In tre casi, i militari dell’Arma, con il supporto della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Velletri, sono riusciti ad intercettare i pacchi contenenti lo stupefacente sequestrando la cocaina e l’hashish destinato ai detenuti.
Sono stati inoltre raccolti gravi indizi di colpevolezza in ordine all’utilizzo, da parte di alcuni detenuti in carcere, di telefonini, per comunicare con i familiari, ordinare lo stupefacente e anche
minacciare i parenti per il mancato pagamento della droga, che non è ancora chiaro come siano stati fatti entrare e dove li tenessero nascosti.

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