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ACQUE RIONERO A POTENZA
La Flai Cgil chiede aiuto ai colleghi pontini

APRILIA – I lavoratori in sciopero di Acque Rionero, società con sede ad Atella in provincia di Potenza, partecipata al 51% dalla PANINVEST della famiglia Panzironi di Aprilia, rivendicano il ripristino di una condizione di legalità all’interno dell’azienda e condannano il comportamento del socio Paninvest rispetto alla decisione assunta, dopo soli cinque mesi di attività, di cessare l’attività aziendale il 30 giugno 2011 con conseguente licenziamento di tutte le maestranze. I lavoratori rivendicano anche il pagamento delle spettanze maturate e non ancora corrisposte. La Flai Cgil di Potenza chiede aiuto anche agli altri sindacati italiani tra cui anche quello di Latina maggiormente coinvolto visto che il socio di maggioranza è di Aprilia.

I lavoratori che stanno manifestando non hanno praticamente interlocutori a cui rappresentare le proprie ragioni.

Per meglio raffigurare la situazione di illegalità con cui è stata condotta l’attività industriale rammentano che, tra l’altro:

l’ispettorato del lavoro sta verificando il rispetto della normativa in tema di versamento dei contributi previdenziali e di altri aspetti inerenti la gestione del personale;

la Procura della Repubblica sta indagando sulla liceità dell’attività di imbottigliamento, per come svolta, in assenza, si ritiene, delle necessarie autorizzazioni amministrative ed igienico-sanitarie;

gli enti preposti a vigilare sulla sicurezza del lavoro hanno rilevato numerose infrazioni;

durante i numerosi scioperi che i lavoratori sono stati costretti a proclamare, l’azienda, governata dal gruppo Paninvest, ha messo in atto comportamenti palesemente antisindacali, sia articolando sottili minacce agli scioperanti, sia contravvenendo alla normativa reclutando lavoratori interinali, sia avvalendosi di una squadra di “buttafuori” per intimidire gli scioperanti.

I manifestanti si chiedono se in questo nostro Paese sia possibile che imprenditori improvvisati possano determinare le regole di un “nuovo stile” nello svolgere l’attività economica o se piuttosto sia il caso di condannare non solo moralmente, ma anche giuridicamente comportamenti fraudolenti tesi a salvaguardare solo gli interessi dei soggetti economici che, senza mezzi, senza capacità e al di fuori del rispetto della legge, possano speculare sul disagio dei lavoratori e dei creditori che hanno inteso dare fiducia, perché ingannati, a questi soggetti.

Non è superfluo sottolineare che l’attività svolta da Acque Rionero Spa è stata possibile per effetto di un accordo siglato alla Regione Basilicata, che ha acconsentito a che, mediante un contratto di fitto di ramo d’azienda, l’attività di imbottigliamento potesse essere trasferita dalla Cutolo Michele e Figli Srl (storica società locale del settore), titolare delle concessioni minerarie affidatele dalla Regione, alla società Acque Rionero.

Nei fatti, quindi, la Paninvest ha ordito una trappola nella quale sono stati attratti i lavoratori, i sindacati e le istituzioni regionali.

Chi pagherà per questo disastro?

Di certo i lavoratori dovranno affrontare il dramma del licenziamento e dovranno spiegare alle loro famiglie che le aspettative dei rispettivi membri dovranno essere ridimensionate, che sicuramente dovrà essere compressa la loro sfera di libertà, perché l’assenza dei mezzi finanziari impedirà loro di poter coltivare le loro speranze e le loro ambizioni.

 

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