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CONSULTORI FAMILIARI
Pronta una nuova legge regionale

LATINA – In queste ultime ore alcune forze politiche e movimenti civici di Priverno e del comprensorio Lepino protestano per la riapertura del consultorio familiare, inopinatamente chiuso per la mancanza di un medico ginecologico.

“Come donna e cittadina residente su questo territorio – afferma Gina Cetrone – non posso che condividere la battaglia che si sta sostenendo ponendo a disposizione il mio impegno politico e personale per la soluzione della problematica.

Ritengo inoltre opportuno informare le donne e i cittadini della Provincia di Latina circa la proposta di legge regionale, già approvata in Commissione da tutti i rappresentanti della maggioranza, che riguarda la “Riforma e riqualificazione dei consultori familiari”.

Con la proposta di legge, che giungerà dopo la pausa estiva all’attenzione e al voto del Consiglio regionale, abbiamo voluto dar voce alla profonda alleanza che esiste tra la donna e la vita, alleanza a volte straordinariamente coraggiosa, spesso vissuta nel silenzio, troppe volte sovrastata dal frastuono prodotto da poche voci ma molto amplificate che, assumendo posizioni radicalmente contro la vita, si arrogano il diritto di parlare a nome di tutte le donne.

Convinte che la maternità rappresenti un valore sociale che le istituzioni sono chiamate a tutelare, si ritiene fondamentale accogliere e sostenere le donne lasciate sole di fronte ad una gravidanza difficile per operare, insieme con loro, una reale tutela della maternità che garantisca la libertà di non abortire e allo stesso tempo perseguire tutte quelle iniziative che, a livello legislativo, culturale e di opinione pubblica, siano idonee a promuovere la tutela della vita nascente.

Il ruolo dei consultori familiari sul territorio di appartenenza va rilanciato, secondo le finalità della legge quadro n. 405/75, opportunamente interpretate alla luce dei cambiamenti presenti nell’attuale contesto socio culturale.

Le attività consultoriali devono quindi specializzarsi sempre di più, evitando la loro settorializzazione e riduzione al pur importante ma non esclusivo ambito sanitario, cosa che, relativamente alla prevenzione all’IVG, si è invece prevalentemente verificata.

Si è, pertanto, cercato con la legge di garantire un potenziamento delle forme interdisciplinari e pluridisciplinari dell’intervento.

La promozione di un più adeguato ruolo sociale dei consultori verrà perseguita anche attraverso la realizzazione e il potenziamento di un sistema informativo e divulgativo delle varie attività consultoriali da avviare in quei numerosi ambiti territoriali della Regione Lazio che ancora sono sprovvisti di tale importante servizio.

Con il nuovo riassetto di legge s’intende favorire, inoltre, una piena collaborazione dei consultori familiari con le strutture pubbliche a cui la norma attribuisce specifiche competenze in materia, sul presupposto, chiaramente affermato, che le attività consultoriali, ove coerenti con le finalità perseguite dalla legge quadro, sono sempre consentite.

Tali attività trovano la loro origine e la loro legittimazione nelle capacità di autodeterminazione dei soggetti che operano nella società civile.

Si rileva, a tal riguardo, il ruolo attivo e propositivo che si vuole attribuire alle associazioni familiari intese come ambito in cui i diritti inalienabili della persona umana e i bisogni individuali, in primis della donna, del concepito e del nascituro, sono opportunamente interpretati e garantiti nella valorizzazione delle dinamiche relazionali primarie, proprie della famiglia e di quelle proprie della più ampia rete sociale a cui la persona appartiene. E’, infatti, necessaria un’incisiva politica a favore della famiglia e della maternità nelle materie del lavoro, della fiscalità, dell’abitazione.

Di qui, l’intendimento, perseguito dalla proposta di legge, di garantire il ruolo partecipativo delle famiglie e delle associazioni familiari e di volontariato per l’espletamento delle attività consultoriali in favore delle persone.

Per ciò che attiene il compito dei consultori familiari sulla prevenzione all’IVG, già nella legge 22 maggio 1978 n. 194 sono attribuiti compiti di prevenzione, perlomeno nel senso di chiarificazione, di rimozione delle cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione volontaria di gravidanza, di “offerta di alternative”.

Nella nuova legge viene, infine, garantita la partecipazione dei cittadini, evitando quegli eccessi di burocratizzazione del servizio che la precedente legge regionale n.15 del 16.4.76 di fatto favoriva attraverso l’attribuzione, a strutture consortili, dei compiti gestionali dei consultori.

In coerenza agli intendimenti citati, la proposta di legge regionale che abroga in toto la precedente legge regionale, delinea una differente tipologia dei consultori familiari distinguendoli fra:

1. consultori promossi e dipendenti dalla ASL;

2. consultori familiari riconosciuti dalla Regione Lazio promossi e dipendenti dagli Enti o Istituzioni pubbliche o private senza scopo di lucro,

3. consultori familiari riconosciuti dalla Regione e convenzionati con le ASL.

Si vuole con questo percorso favorire il superamento dei criteri della “convenzione” come esclusiva modalità di disciplina delle forme di collaborazione, tramite finanziamenti, fra strutture sanitarie della pubblica amministrazione e consultori promossi dalle libere aggregazioni della società civile.

Siamo convinti che vanno favoriti e incentivati i modelli organizzativi funzionali ai bisogni emergenti dalla società e, pertanto, la programmazione della pubblica amministrazione nel cui ambito dovranno essere collocate tutte le attività consultoriali che si svilupperanno nel territorio della Regione avrà una durata annuale”.

Per il perseguimento delle finalità indicate il Consultorio familiare svolgerà le seguenti attività di servizio: educazione al rispetto dalla vita umana fin dal concepimento, informazione sui temi concernenti la sessualità e divulgazione delle conoscenze scientifiche riguardanti i problemi della vita familiare, della paternità e maternità responsabili e dell’infanzia e dei minori.

Azione di orientamento e d’informazione sulla prevenzione, sulla terapia delle malattie e sulle situazioni di difficoltà di ordine morale, sociale e psicologico che incidono sulla vita sessuale.

Interventi a tutela del diritto alla vita del concepito, della salute della donna, del nascituro e del neonato.

Interventi di assistenza diretta, nei confronti sia della persona sia della famiglia di appartenenza, sotto il profilo psicologico, sociale, legale e sanitario volti a rimuovere le cause che potrebbero indurre a interrompere la gravidanza.

Interventi di sostegno psicologico in favore delle donne che hanno praticato l’interruzione volontaria di gravidanza, organizzazione di corsi in preparazione al parto, sostegno e promozione della genitorialità, nonché di prevenzione degli abusi e dei maltrattamenti dell’infanzia, interventi di prevenzione della devianza adolescenziale e del disagio giovanile, iniziative di educazione sessuale, in particolare verso i giovani, anche in collaborazione con la scuola ed altri ambiti formativi presenti nel territorio, assistenza e consulenza in tema di adozione e affidamento familiare, in collaborazione con gli organi giudiziari preposti.

 

 

 

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