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SERMONETA
Arpa e flauto nell’appuntamento con il Festival Pontino

Ursula Holliger

Peter-Lukas Graf

SERMONETA – L’arpa e il flauto sono i protagonisti del nuovo concerto del Festival Pontino di Musica, in programma per questa sera, sabato 23 luglio, alle 21, al castello Caetani di Sermoneta. Sul palco l’arpista Ursula Holliger e il flautista Peter-Lukas Graf, impegnati in pagine solistiche e duetti che dalle suggestioni arcaicizzanti della Francia ottocentesca portano al Giappone del Novecento. I due solisti, entrambi storici docenti ai corsi del Campus di Sermoneta, proporranno un programma vario e suggestivo, ideale per riscoprire musiche di Spohr, Jolivet, Lauber, nomi affiancati da un gruppo di più noti francesi come Saint-Saëns, Debussy e Ravel, cui si aggiungono Chopin e un omaggio alla tradizione musicale giapponese con Kazuo Fukushima.

Musiche raffinate, come la sonata di Spohr, compositore ammirato dai suoi contemporanei e considerato uno dei pionieri del romanticismo musicale in Germania nella prima metà dell’Ottocento, oppure piccoli brani spesso eseguiti nei salotti dell’Ottocento, come le Variazioni dalla Cenerentola rossiniana di Chopin, o venate da una malinconia tipica del romanticismo, che si ritrova nei due pezzi di Camille Saint-Saëns, la Romance op. 37 e Une flûte invisible, pagina breve e bucolica composta su una poesia di Victor Hugo. E’ un programma attento alla cultura francese quello confezionato dai due solisti, che porta alla scoperta di una Francia a cavallo tra Otto e Novecento in cui imperava un gusto arcaizzante, la seduzione dell’antico che investì anche i linguaggi musicali e che si può cogliere, ad esempio, nelle giovanili Arabesques di Debussy, originariamente per pianoforte, oppure nella Pavane di Ravel, che si rifà all’incedere lento e dolente della pavana, antica danza di corte spagnola, o ancora nelle Quatre danses médiévales di Anton Joseph Lauber, compositore svizzero allievo di Rheinberger e di Massenet poi maestro di Frank Martin. Ma si nota anche la curiosità per le culture primitive, cui rimandano invece le Cinq Incantations per flauto solo, nate nel 1936 dalla suggestione di un flauto tunisino che Jolivet aveva ascoltato durante un viaggio in Africa, pagine magiche e incantatorie che risuoneranno tra le antiche mura del Castello Caetani, come sono quelle, legate alla cultura tradizionale giapponese, di MEI – ossia “oscurità” – brano composto nel 1930 da Kazuo Fukushima ed eseguito per la prima volta da Severino Gazzelloni.

PROGRAMMA

Louis Spohr, Sonata mi bemolle magg. op. 113

André Jolivet, “Incantation” per flauto solo

Claude Debussy, Deux Préludes per arpa sola; Deux Arabesques per arpa sola

Kazuo Fukushima, “MEI” per flauto solo

Fryderyk Chopin, Variazioni sopra un tema di Rossini (La Cenerentola) op. post.

Camille Saint-Saëns, Romance op. 37; Une flûte invisible

Maurice Ravel, Pavane piur une infante défunte; Pièce en forme de Habanera

Joseph Lauber, Quatre danses médiévales

Biglietti: 10 e 15 euro.

Per informazioni: Campus Internazionale di Musica, Via Varsavia 31 Latina, Tel 0773-605551;

 

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