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CALENDARIO VENATORIO, NO DEGLI AMBIENTALISTI
“Atto sgradevole che produce danni oggettivi”

cacciatori-LATINA – “Caccia a 14 specie in cattivo stato di conservazione, caccia in periodo di migrazione prenuziale, nessun piano di conservazione per le specie in sofferenza: questo è il succo del calendario venatorio che la Regione Lazio si appresta a deliberare, perseguendo la medesima politica venatoria adottata dalla precedente amministrazione. Sarebbe incredibile che proprio l’Amministrazione che sta puntando molto sulla sostenibilità delle politiche faccia una scelta tanto pesante e compromettente”. E’ il commento di Legambiente e Lipu che dopo aver visionato il documento, saltano sulla sedia e accusano la Regione di incoerenza.

Il testo preso di mira è quello presente sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 56 dell’11/07/2013 e che prevede che la stagione venatoria abbia  inizio il 15 settembre 2013 e termini il 30 gennaio 2014 compresi. “La caccia  – vi si legge – è consentita, per l’intera stagione venatoria, tre giorni per ogni settimana, che il titolare della licenza può scegliere fra quelli di lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica. L’esercizio venatorio è consentito da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto secondo gli orari definiti per periodi quindicinali, come indicati all’art. 2 del presente Decreto”.

Gli ambientalisti parlano di “una politica tesa a soddisfare in via prioritaria le richieste delle associazioni venatorie anteponendole alle esigenze generali, quindi di tutti i cittadini, di tutela e conservazione della fauna” facendo notare che “nell’elenco delle specie cacciabili del calendario venatorio laziale sono comprese specie che secondo i dati scientifici ufficiali sono considerate con status di conservazione sfavorevole e che quindi andrebbero tutelate anziché fatte oggetto di caccia come recita la legge 157/92: “Lo Stato, le regioni e le province autonome, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, adottano le misure necessarie per mantenere o adeguare le popolazioni di tutte le specie di uccelli” e ancora: “L’esercizio dell’attività venatoria è consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica e non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole.

Critiche anche sui tempi della stagione venatoria : sono 18 le specie che verranno cacciate durante la migrazione prenuziale, cioè in quella delicata fase durante la quale gli uccelli si spostano dai quartieri di svernamento verso le zone di riproduzione.  “Siamo in sostanza di fronte a un atto sgradevole, che si prende gioco della legge, delle regole e delle istituzioni, ma che costituisce anche un danno oggettivo a quel patrimonio indisponibile della collettività rappresentato dagli animali selvatici.

La Regione Lazio si ravveda e faccia un passo, indietro adeguando il calendario venatorio alle indicazioni provenienti dall’ISPRA, rilanciando anche un percorso di politica faunistica che va messo in campo e non effettuando alcuna preapertura che nei primissimi giorni di settembre, quest’anno più degli altri si andrebbe a scontrare con una stagione turistica ancora in pieno svolgimento e con le specie sotto la forte pressione dalle altissime temperature atmosferiche a cui siamo ormai abituati. In caso contrario, avvieremo un tam tam mediatico per denunciare il pessimo comportamento della Regione, e una serie di azioni giuridiche per ristabilire le regole”.

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