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Goodyear bis: 11 imputati tra alti dirigenti e direttori

Respinte le eccezioni della difesa sulla responsabilità civile della società

TRIBUNALELATINA – Si è tenuta ieri pomeriggio nel  Tribunale Penale di Latina l’udienza del processo “Goodyear bis” con 11 imputati tra alti dirigenti e direttori dello stabilimento di Cisterna di Latina. Il processo, che procede parallelamente agli altri pendenti in Corte di Appello ed in Cassazione, riguarda 29 decessi di operai per tumore avvenuti tra il 2002 e il 2008. Sono circa 100 le parti civili, familiari delle vittime.

Il legale della Goodyear, Francesco Dottore, ha sollevato una serie di eccezioni, chiedendo tra l’esclusione della società dal processo che se fosse stata accolta avrebbe liberato la società dalla responsabilità civile derivante da una eventuale sentenza di condanna. All’eccezione ha replicato il pm Gregorio Capasso, che ha sostenuto la piena validità della chiamata in causa della multinazionale quale responsabile civile. I legali delle parti civile Luigi Di Mambro, Cristina Michetelli, Mario Battisti ed Ezio Bonanni hanno replicato sostenendo la  chiamata in giudizio della Goodyear. Il Giudice Simona Santaroni ha respinto le eccezioni dei legali Goodyear, ed accolto le tesi della Procura e dei legali di parte civile.  “Il processo – spiegano i componenti del Comitato Familiari ex dipendenti Goodyear – rinviato al 25 settembre prossimo, prosegue pertanto subito dopo la pausa estiva. In tale udienza verranno ascoltati i primi 15 testimoni della Procura, e si prevede un calendario serrato di udienze straordinarie. Nel frattempo continuano anche i ricorsi in sede civile per il risarcimento dei danni. L’ udienza di Cassazione è fissata per il 4 dicembre 2014 presso la IV Sezione Penale.  Sarebbe stato aperto anche il fascicolo “Goodyear quater” – spiegano – per altre morti sopravvenute negli ultimi anni, per le quali la Procura della Repubblica di Latina sospetta un nesso con l’ attività produttiva di Cisterna di Latina e le numerose gravi omissioni riscontrate ed ampiamente riconosciute dalla Magistratura penale e civile in primo e secondo grado”.

 

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