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Giudiziaria

Scandalo Lollo, l’inchiesta al rush finale

Dopo che Viola è tornato in libertà entro la fine dell'anno l'indagine si può chiudere

Il giudice Lollo esce dallo studio di Gatto dopo un incontro al quale hanno partecipato anche altri indagati

Il giudice Lollo esce dallo studio di Gatto dopo un incontro al quale hanno partecipato anche altri indagati

LATINA – Dopo che sono state cristallizzate e blindate le dichiarazioni dell’ex giudice Antonio Lollo, ascoltato nelle scorse settimane in Tribunale a Perugia per lo scandalo dei fallimenti pilotati, l’inchiesta è al rush finale, il pm Massimo Casucci e il Procuratore Aggiunto Antonella Duchini entro la fine dell’anno chiuderanno l’indagine, a meno che non escano nuovi elementi nei confronti oltre che di Lollo anche degli altri tredici indagati che adesso sono tutti in libertà. L’unico che è detenuto agli arresti domiciliari è proprio l’ex magistrato ritenuta la punta di diamante dello scandalo e il motivo sembra semplice: raccogliere più mesi di detenzione possibili, proprio ai domiciliari che in sede di una eventuale condanna possono aiutare l’ex magistrato a non fare neanche un giorno di carcere. Un’ipotesi non poi così lontana.

LE DICHIARAZIONI. Antonio Lollo ha sottolineato nel corso dei lunghissimi interrogatori a cui è stato sottoposto che il patto corruttivo non era stabile con tutti. «Prima era una semplice commissione tra amicizia e lavoro e poi divenne perversa ma lo dico con il senno di poi. In alcuni casi il patto corruttivo era senza percentuale. E quando inizio a fare il giudice e inizio a frequentare i professionisti anche in Tribunale per motivi non solo di amicizia ma ovviamente professionali, comincio ad accettare sin da subito, mi riferisco a quando facevo il giudice delegato non degli anni prima, le regalie in alcuni casi potevano essere anche giustificate ma nascono in un periodo e per un rapporto sospetto. Sicuramente con il senno del poi ritengo che era inopportuno allora e oggi è sicuramente illecito».
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